Attualità
Marelli: un euro per un pezzo di storia
Lo stabilimento Weber Marelli di Crevalcore venduto per un euro: breve storia dell'industria dei motori italiana in dismissione
C’era una volta un’Italia che aveva magari perso un po’ di prestigio internazionale, ma più giovane e ambiziosa di adesso. Un’Italia tanto piena di entusiasmo quanto di piccole aziende disseminate per lo Stivale, che producevano motori di piccola cilindrata, telai, sospensioni, freni e naturalmente moto complete. Un po’ di tutto.
Era l’Italia in cui si parlava soltanto italiano – spesso anzi dialettale – e non c’era la Motor Valley, ma la Terra del Mutòr: l’Emilia-Romagna, con le sue eccellenze piccole e grandi, la Ferrari e la Malaguti, la Franco Morini e la Ducati, la Italjet e la Bimota. Attorno a queste aziende era fiorito tutto un contorno di fornitori piccoli e grandi: se parliamo di moto, Marzocchi per le sospensioni, Grimeca per freni e ruote, Franco Morini e Minarelli per i motori, Verlicchi per i telai, poi i fornitori di impianti elettrici, di plastiche, i verniciatori e via dicendo.