Attualità
Guardrail salvamotociclisti: la politica parla, ma alla fine non cambia nulla
L’emendamento al Codice della strada approvato giorni fa in Commissione trasporti è stato salutato come un passo decisivo. Ma le attuali regole sono troppo stringenti per permettere una diffusione su larga scala di questi dispositivi di protezione
Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. E, nel caso dei guardrail salvamotociclisti, mai detto fu più vero. Prendiamo ad esempio quanto accaduto di recente in Commissione trasporti della Camera: qui martedì scorso è stato approvato un emendamento che andrà a far parte del nuovo testo del Codice della strada (in approvazione, a Dio piacendo, entro l’estate). In questo emendamento – salutato da più parti come un “traguardo importante” - il Governo si impegna a migliorare la sicurezza delle infrastrutture “anche attraverso l'apposizione della terza fascia sui guard rail ove prevista".
Fin qui tutto bene e tutto bello? Eh no, signori miei. Perché si sa che le parole scritte, nella formulazione delle leggi, sono pietre. E quell’ “ove prevista” rende nulla ogni volontà migliorativa all'efficacia di leggi e decreti che disciplinano i guardrail salvamotociclisti, che già esistono.