Paolo Magri (ANCMA): “Quattro anni difficilissimi, ma il nostro settore scoppia di salute”
Intervista di fine mandato col presidente dell’associazione costruttori moto e bici. Tra risultati raggiunti, cose ancora da fare e un EICMA 2023 alle porte
CRISI INTERNA, COVID E FORNITURE: UN MANDATO DIFFICILE
Magri, riavvolgiamo il nastro di quattro anni. Che situazione ha trovato? Perché ha accettato di prendere in mano le redini dell’associazione? “Dal mondo della moto ho avuto tanto sin da quando ero ragazzo: 10 anni come pilota professionista di regolarità, poi una carriera in Brembo a occuparmi di freni per le due ruote. Mi sono sentito in dovere di restituire qualcosa a questo universo, in un momento difficilissimo per l’associazione, dilaniata da lotte interne e in una situazione di grave difficoltà. Anzi, mai ANCMA nella sua storia era mai stata così in crisi. Una situazione che si era riflessa anche su EICMA (la società che organizza il Salone della moto e che è controllata da ANCMA; ndr), la cui gestione era stata economicamente disastrosa negli ultimi anni”. Nel primo anno di attività si è concentrato sulla ristrutturazione dell’associazione costruttori e sul risanamento economico di EICMA. Dopo aver messo in sicurezza il perimetro, però, sono arrivati problemi storici ben peggiori. “Nessuno poteva prevedere la pandemia di Covid nel 2020, né le ripercussioni del conflitto russo-ucraino. Paradossalmente, questi due fattori esterni, in particolare il Covid, hanno contribuito a compattare l’associazione. Il nostro settore si è aggregato molto in quel periodo, sono stati messi da parte particolarismi e vecchie ruggini, e abbiamo deciso di ripartire tutti insieme”."EICMA HA RISCHIATO DI CHIUDERE PER SEMPRE, NEL 2021 ABBIAMO FATTO UNA FIERA CON 4 PADIGLIONI OCCUPATI, NEL 2023 ABBIAMO ESAURITO GLI SPAZI A DISPOSIZIONE CON 8 PADIGLIONI E ABBIAMO LA LISTA D'ATTESA: SENZA DUBBIO QUESTO APPUNTAMENTO è UN SUCCESSO"
MAGRI: "LAVORIAMO DIETRO LE QUINTE"
In un settore come quello delle due ruote, sempre più anziano come clientela, chi riesce a conquistare le nuove generazioni ha vinto. “A EICMA ospiteremo le finali di un campionato di motocross virtuale, ci siamo aperti al gaming per allargare la nostra platea alla Generazione Z. Ma vedo che anche tra le Case c’è molto movimento in questa direzione: il mondo dell’off-road è la vera porta di accesso per accendere la miccia della passione”. Torniamo per un attimo ad ANCMA: lei finisce il suo mandato come presidente dell’associazione. Avete stabilito che la durata massima di una presidenza sia quella del singolo mandato. Perché? “L’alternanza è fondamentale in questo tipo di cariche. Non vogliamo che ANCMA diventi un centro di potere, ma che sia quello che è, ovvero un’associazione che porta avanti le istanze della categoria dei motociclisti e faccia sentire la propria voce ad alti livelli istituzionali”. L’accusa spesso fatta ad ANCMA è che l’associazione non faccia nulla e non sia abbastanza attiva. “I fatti dicono esattamente il contrario. Vede, il lavoro di ANCMA magari è poco visibile, ma è un continuo operare dietro le quinte, nei palazzi governativi, sui tavoli decisionali. Molto abbiamo fatto e continueremo a fare. Le istituzioni hanno una scarsa conoscenza delle problematiche del nostro settore, e ci scontriamo contro lobby oggettivamente molto potenti, dalle assicurazioni ai gestori delle concessionarie autostradali, passando per le autoscuole”. Se posso fare un appunto nei confronti del suo mandato, lei è stato un presidente poco “politico”. “Le situazioni di emergenza che mi sono trovato a gestire hanno fatto di me più un operativo, che non un uomo addentro ai palazzi del potere. Ma poche settimane fa sono andato in parlamento per un’audizione, e ho trovato grande ascolto da parte dei nostri politici. Una cosa importante è far capire che siamo un’associazione sana e unita. Se si è forti all’interno, si ha più voce in capitolo fuori”."IL RIMPIANTO MAGGIORE? NON ESSERE RIUSCITI A SBLOCCARE L'ASSURDO DIVIETO DI CIRCOLAZIONE DEI 125 CC SU AUTOSTRADE E TANGENZIALI. TUTTI ERANO D'ACCORDO, QUALCOSA POI SI E'INCEPPATO"
"SULLE MOTO ENDOTERMICHE MENO IDEOLOGIE: INQUINANO POCHISSIMO"
Il nuovo codice della strada, sui cui ANCMA sta lavorando, dovrebbe prevedere pene più severe per chi usa il cellulare alla guida. “Il problema non è tanto inasprire le pene, che già ci sono, quanto quello di applicarle con certezza e rafforzare i controlli. Serve più presidio del territorio e una maggiore cultura di fondo, che si potrebbe fare sin dalle scuole medie con un’ora di educazione stradale alla settimana. Basta andare in Svizzera e vedere cosa succede per strada: tutti rispettano i limiti perché hanno la certezza della sanzione. In Italia invece il senso di impunità è altissimo”. Cose fatte: di quale va più fiero? “In questi quattro anni abbiamo fatto molto, spesso si tratta di cose poco visibili, e seguito gli interessi dei nostri associati. In particolare, vado molto orgoglioso di quanto abbiamo fatto per tutelare il mondo del motocross dalle vendite illegali di veicoli”. Cose non fatte: ha qualche rimpianto? “Avrei voluto che venisse inserita nel codice della strada la possibilità per i motoveicoli da 125 cc di poter circolare su autostrade e tangenziali, come già avviene in tutti i paesi europei. Il rimpianto è dovuto al fatto che avevamo anche un parere tecnico positivo della polizia stradale. Questa apertura risolverebbe sempre più problemi sul fronte del commuting urbano, dove moto e scooter sono già oggi la risposta, anche in termini di sostenibilità ambientale. E non parlo solo dell’elettrico: ormai gli attuali Euro5 hanno emissioni inquinanti ridotte allo zero”. A proposito di elettrico, gli incentivi statali stanno andando molto bene, segno che la domanda, soprattutto nei contesti urbani, esiste. “Certo, anche per il 2023 gli incentivi sono già andati esauriti. Ed è per questo che, col ministro Urso, siamo al lavoro per sbloccare una tranche di incentivi rimasti incagliati nelle pieghe del bilancio dallo scorso anno”."NEL CODICE DELLA STRADA NON SERVONO PENE PIU' SEVERE, BASTA FAR APPLICARE QUELLE CHE CI SONO. SERVONO PIU' CONTROLLI IN STRADA"