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Suzuki Discovery Tour: la nostra esperienza tra le strade della Toscana

Fabio Tagliaferri il 12/09/2023 in Attualità
Suzuki Discovery Tour: la nostra esperienza tra le strade della Toscana
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Abbiamo partecipato a uno degli eventi organizzati dalla Casa giapponese per promuovere le novità della sua gamma tra i clienti. E abbiamo scoperto che il vecchio "test ride" in concessionaria è ormai roba vecchia (e poco coinvolgente)

Pensate che il metodo più efficace per vendere una moto sia mostrarla nuova di zecca, tutta lucida, in un concessionario moderno e illuminato, magari accompagnata da un tagliando che elenca i freddi numeri della scheda tecnica? Non secondo Suzuki, che oltre a proporre il normale test ride ti porta a spasso, insieme ad una guida esperta, per una giornata intera attraverso una regione che sembra plasmata ad hoc per gli appassionati di moto, tra paesaggi mozzafiato, itinerari tortuosi e sogni culinari: la Toscana.

È proprio a pochi chilometri dall’Autodromo del Mugello, dunque, che prende vita il Discovery Tour Toscana 2023. Attraverso questa formula Suzuki mette a disposizione dei partecipanti cinque moto: la frizzante GSX-8S, la possente viaggiatrice GSX-S1000GT e le avventuriere V-STROM 800DE, 1050DE e 1050. Ad ogni partecipante è consentito di godersi ciascun modello attraverso i quattro itinerari proposti, ognuno di circa 250-300 chilometri, che esplorano il Chianti, i passi mugellani, l’Appennino Tosco-Emiliano o i Santuari delle Foreste Casentinesi. A noi è toccata la fortuna di assaporare le curve, la polvere e le delizie del Chianti, sotto la guida esperta di Francesco Rafanelli, istruttore di guida presso la GSX-R Academy e Presidente del Finon Club, partner di Suzuki in questa iniziativa.

La nostra esperienza comincia sulla strada che si arrampica fino al passo del Giogo, in una fresca sera di settembre, quando le giornate si fanno inesorabilmente più corte e la calura estiva allenta leggermente la morsa, cedendo il passo ad una brezza gradevole che sa di nuovi inizi. Entriamo in un osteria dove venerano una sola divinità: Sua Maestà, la Bistecca, cotta ovviamente al sangue e da mangiare obbligatoriamente in compagnia.

 

C’ERA UNA VOLTA IL BICILINDRICO PARALLELO

L’avventura vera e propria comincia il mattino seguente. Ci rechiamo di buonora presso il Finon Club di Borgo San Lorenzo, dove ad attenderci c’è la nostra guida, Francesco Rafanelli, insieme alla schiera di Suzuki, tutte tirate a lucido e con il pieno di benzina. Difficile immaginare uno scenario migliore. Mi viene assegnata la GSX-8S, che fa dell’equilibrio generale il suo mantra.

Ci dirigiamo verso il casello autostradale di Barberino, direzione Impruneta, costeggiando le (non troppo) cristalline acque del lago di Bilancino. In Autostrada apprezzo l’ottima stabilità della ciclistica e l’elasticità degli 83 CV erogati dal bicilindrico parallelo, che regala abbondanti dosi di coppia fin dai medi regimi, consentendo di guidare in totale relax anche a velocità di codice. L’unico limite, comunque del tutto fisiologico in una naked, lo si può trovare nella totale assenza di protezione dall’aria, che diventa ancora più evidente osservando i miei colleghi in sella alle V-Strom.

La GSX-8S, comunque, ha subito l’opportunità di riscattarsi con gli interessi, perché il misto della provinciale chiantigiana 94 è il suo habitat naturale. In sella si ha la sensazione di avere tutto sotto controllo, perché la moto è snella fra le gambe e la triangolazione sella-manubrio-pedane è equilibrata (chi scrive è alto 175 cm). Il motore contribuisce all’armonia generale borbottando allegro ai medi regimi, e consente di pennellare velocemente le curve anche grazie al Quick Shifter di serie, che richiede solo un po’ di decisione sul comando scalando le marce.

 

COME SU UN BINARIO

Abbandono, con la promessa di rivederci, la GSX-8S e salgo in sella alla GSX-S1000GT. Ci metto qualche istante a familiarizzare con le dimensioni della Sport Tourer di Hamamatsu: le pedane sono più in alto e le gambe più divaricate a causa del maggior ingombro trasversale. A differenza di una classica Sport Tourer, la GT non ha i semimanubri, ma un manubrio tradizionale, più alto e largo. Mi sento comodo e ben inserito all’interno della sagoma. Accendo il quattro in linea da 999cc consapevole che di schiena e potenza ne ha da vendere, perché è l’erede del propulsore della Gixxer K5, ma soprattutto perché eroga 152 CV di potenza e 106 Nm di coppia.

Ci mettiamo in marcia, superiamo il paesino di Quercegrossa in direzione Gaiole in Chianti, dove ci aspettano alla trattoria “I’ Galletto Briaco” per pranzo. La strada si distende e posso apprezzare l’incredibile fluidità, quasi elettrica, del motore, che riprende senza incertezze anche nei rapporti più alti, regalando anche un bel po’ di brio al salire del regime di rotazione. Il Quick Shifter, poi, è un piacere da azionare, tanto è morbido e fluido negli innesti. Manteniamo un’andatura regolare, nei curvoni la GT è stabile e si guida con il pensiero, mentre nelle curve più strette va guidata con un po’ di “fisico”. Niente di drammatico, perché la GT è una macina-chilometri, e arriviamo a Gaiole in Chianti in un battito di ciglia.

 

POLVERE E CAPRE

Ripartiamo dopo una pausa pranzo più che meritata, rischiando di dover regolare l’assetto a causa dell’abbondanza dei piaceri gastronomici del Chianti (vino escluso, ovviamente). Per me è arrivato il momento di assaporare la polvere in sella alla fresca V-Strom 800DE, non prima però di effettuare un breve trasferimento su asfalto fino al silenzioso (almeno fino al nostro arrivo) paesino di Volpaia. Nella V-Strom 800 ritrovo lo stesso carattere, seppur addolcito e ammorbidito, incontrato sulla GSX-8S (entrambe sono costruite intorno allo stesso propulsore). Le similitudini finiscono qui, perché sulla V-Strom si afferra il manubrio alto e largo, si sta dritti con la schiena e si domina la strada osservandola oltre lo scudo frontale che ben protegge il busto dai flussi d’aria.

La 800 è snella fra le gambe, agile nello scendere in piega e nei cambi di direzione, e, anche se il cerchio da 21” e la lunga escursione richiedono senz’altro una guida più rotonda e anticipata fra le curve, il divertimento è pressoché assicurato, anche perché il motore è sempre pronto e corposo nell’erogazione. Quando l’asfalto lascia il posto alla strada bianca, poi, la V-Strom scopre le sue carte: inserisco la mappa “Gravel” del TC (che consente qualche allegra derapata) e disinserisco l’ABS sulla ruota posteriore, mi alzo in piedi sfruttando il manubrio alto e le ampie pedane e mi godo gli stupendi scorci panoramici della strada sterrata che da Volpaia porta a Panzano in Chianti. Certo, la V-Strom non è un peso piuma, ma copia bene qualsiasi tipo di asperità, risultando stabile e sicura anche quando si è reso necessario “dribblare” qualche capretta incontrata per strada, probabilmente sfuggita al padrone.

 

A QUALCUNO PIACE ANCORA A V

A Panzano mi attende la V-Strom 1050DE, versione con il cerchio anteriore da 21” introdotta nel 2023, ma ancora fedele al bicilindrico a V di 90°. Nonostante le dimensioni e la massa siano più imponenti di quelle della 800, la 1050 rimane comunque intuitiva  da guidare ma richiede più decisione per scendere in piega e nei cambi di direzione. In compenso, ti ripaga con una spinta ancora più vigorosa e con una sensazione di potenza e controllo molto appagante. Da Panzano ci dirigiamo verso Nord, passando per Greve in Chianti in direzione Borgo San Lorenzo, dove si conclude questo “test ride” in formato extra-large.

 

POSSO AVERNE ANCORA?

Sta di fatto che alla fine di una giornata del genere, nonostante il caldo, la polvere, il traffico e i molti chilometri, avresti solamente voglia di ricominciare tutto da capo, magari acquistando una delle moto che hai appena provato, godendoti ancora più itinerari, più ristoranti e più compagnia.

 

Suzuki Discovery Tour: la nostra esperienza tra le strade della Toscana
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