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Attualità

I cinesi vogliono mettere le mani su Pirelli, il Governo dice no

Redazione
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I cinesi vogliono mettere le mani su Pirelli, il Governo dice no

Scatta la Golden power per tutelare la tecnologia degli pneumatici d'avanguardia dagli appetiti dei soci cinesi

Per noi che siamo abituati a vedere Pirelli come un "semplice" produttore di pneumatici ad alte prestazioni, la notizia appare piuttosto confusa. Ma dietro allo sviluppo tecnologico dell'azienda milanese c'è molto di più. Ovvero, un interesse fin troppo marcato dei soci cinesi. Ed è anche per questo che il governo italiano ha deciso di esercitare la golden power (una rete di misure a tutela dell'autonomia di Pirelli e del suo management, oltre che di un'azienda di strategico interesse nazionale; ndr) su Pirelli. Con questa operazione si parte dal mettere al sicuro una tecnologia `critica´ e `strategica´ come quella che Pirelli usa per i suoi pneumatici più d'avanguardia e si finisce per influire anche sulla governance, ristabilendo il ruolo centrale dei soci italiani, Camfin e Mtp per il gruppo finito nell'orbita della Cina. L'uso improprio di Cyber (è il marchio registrato del primo sistema al mondo di sensori nelle gomme) "può comportare notevoli rischi non solo per la riservatezza dei dati degli utenti, ma anche per il possibile trasferimento di informazioni rilevanti per la sicurezza" e su questa assunzione il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha proposto l'esercizio dei poteri speciali.  

EQUILIBRI DI POTERE

Ma la ricaduta, emerge dalle prescrizioni del provvedimento governativo, è diretta sugli equilibri tra i soci e ripristina lo status quo riaffermando la centralità di Camfin e di conseguenza quella di Marco Tronchetti Provera. Il nuovo patto tra Sinochem (37%) e Camfin (14,1%), entrato in vigore il 19 maggio ma mai applicato in attesa del parere del governo, rafforzava i cinesi perchè Mtp e Camfin, rispetto agli accordi del 2017, avrebbero avuto un consigliere in meno: Marco Tronchetti Provera sarebbe diventato solo vicepresidente esecutivo, e non più amministratore delegato. E il successivo ad sarebbe stato scelto dalla lista di Cnrc, quindi di sola espressione cinese. Il provvedimento contiene prescrizioni significative, una su tutte quella che prevede che «l'amministratore delegato di Pirelli tratto dalla lista di maggioranza sia indicato dal socio Camfin». Si torna così allo status quo. Lo stesso per quanto riguarda la composizione del board: «su 12 amministratori tratti dalla lista di maggioranza, 4 dovranno essere indicati da Camfin», lasciandone dunque 8 ai cinesi. I `pesi´ sono di nuovo a vantaggio degli italiani ma per tutela maggiore il governo impone ai cinesi di «impegnarsi a reintrodurre la carica del direttore generale cui affidare l'implementazione del business plan, del budget e la gestione ordinaria di Pirelli. Tutte le figure con deleghe dell'azienda dovranno inoltre essere scelte tra gli amministratori di emanazione Camfin e tutti i direttori e vicedirettori dell'azienda dovranno essere scelti o dal vicepresidente esecutivo (che oggi è Tronchetti) o dall'ad.

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