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Attualità

Sorpresa: il mercato va a gonfie vele ma mancano moto e scooter

Marco Gentili
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Sorpresa: il mercato va a gonfie vele ma mancano moto e scooter
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L'analisi di Dueruote: nonostante un mercato che tira come non mai, nella rete vendita manca il prodotto

Finita l’emergenza Covid-19 è tornato tutto (o quasi) a una sorta di normalità. Che però non è più quella di prima. Nel nostro piccolo, basta vedere cosa sta succedendo nei concessionari di moto e scooter. Sorpresa delle sorprese: nonostante un mercato che tira come non mai (se continua questo trend, il 2023 sarà ricordato come l’anno dei record, quelli veri), nella rete vendita manca il prodotto.  

COSA E’ SUCCESSO FINORA

Riavvolgiamo il nastro e torniamo all’annus horribilis 2020: il lockdown ha messo in ginocchio per almeno due mesi la rete vendita, ma paradossalmente il Covid e l’esigenza collegata di una mobilità personale davvero individuale aveva dato un assist alle vendite di mezzi a due ruote. Che infatti avevano chiuso l’anno in lieve flessione, ma poteva andare sicuramente peggio. E tutto questo nonostante la tempesta perfetta che aveva coinvolto il mondo dei trasporti (con i costi dei noleggi dei container – ovvero il mezzo privilegiato per la movimentazione delle moto – decuplicati) e la catena delle forniture di componentistica cinese (ossia l’architrave su cui poggia l’intera industria mondiale), senza parlare poi delle difficoltà di reperire semiconduttori dai principali paesi produttori (vedi Taiwan). Nel 2021 e 2022, nonostante un andamento complessivamente molto buono, il mercato ha patito queste difficoltà. E allora tutti i costruttori hanno rassicurato clienti e addetti ai lavori: tranquilli, il prossimo anno i piani di produzione saranno tarati alla perfezione, sappiamo quali sono le attuali difficoltà del mercato, non ci faremo sorprendere come negli scorsi anni.  

COSA SUCCEDE OGGI

Il problema (se si può definire tale) è che in alcuni Paesi come l’Italia la domanda di mobilità su due ruote a motore continua a crescere senza sosta. La sensazione netta è che, se le aziende avessero messo in piedi dei piani di produzione e degli ordini ancora più massicci, il mercato sarebbe stato tranquillamente in grado di assorbirli. C'è fame di moto, e continua a essercene, come testimonia l’attenzione (quasi morbosa) che in questi mesi circonda l’arrivo di nuovi marchi del settore, Qj e soprattutto Kove. C’è fame di moto e i costruttori – nonostante le parole di facciata – non sono in grado di starci dietro. Basta fare un giro per i concessionari e fingersi potenziali acquirenti. Nessuno dei grandi brand motociclistici (ripeto: nessuno) ha in pronta consegna i mezzi più popolari. L’attesa, anche per i best seller, sfiora i due-tre mesi. L’esempio più lampante riguarda l’Honda SH: alcuni concessionari non danno una previsione di consegna. Va leggermente meglio con le novità, ma la sensazione è che, esauriti i primi lotti, per ordinarne di nuovi sarà necessario pazientare a lungo.  Pertanto, i flussi di vendita risentono delle ondate di disponibilità nei concessionari: "Per mesi non si è venduto un Yamaha XMax 300 semplicemente perché non c’erano. Adesso stanno arrivando tutti assieme e scarichiamo tutti gli ordini”, ci dice un importante concessionario milanese (che non citiamo per evitare problemi con la Casa madre; ndr).   

LE DINAMICHE FUTURE

Entriamo poi in una dinamica scivolosa. Dire che “Honda non ha più SH” o che “BMW non ha più GS 1250” è errato. Dipende dal concessionario a cui ci si rivolge e dai suoi rapporti con la Casa madre. Nessuno lo dirà mai, ma in tutte le reti vendita esistono figli e figliastri: ad alcuni dealer viene riconosciuto un trattamento migliore in termini di disponibilità.  Questo che cosa comporta? In sostanza stiamo assistendo a una dinamica per cui il cliente è mediamente meno rigido sulla scelta del brand, soprattutto per le cilindrate piccole e medie. Siamo quindi passati dal “voglio quella moto” al “voglio una moto di una certa tipologia, basta che ci sia subito”.  Dal lato del dealer, una dinamica a cui stiamo assistendo è relativa alla scelta dei marchio. Sempre di più sono coloro che, aprendo una nuova ragione sociale, decidono di affiancare al proprio mandato storico un secondo brand, magari uno dei nuovi player che sbarcheranno in Italia a breve.  

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