Attualità
Anche nel 2023 continua la strage dei motociclisti
I numeri di questo inizio 2023 (e in particolare di questo ultimo fine settimana) sono impietosi: un'ecatombe a cui sembra impossibile mettere un riparo
Segnatevi questi due numeri: 128 e 20. Il primo fa riferimento ai motociclisti che hanno perso la vita sulle strade nei fine settimana del 2023. Il secondo (terribile) è riferito ai dati dell'ultimo weekend appena trascorso.
Si tratta di una contabilità macabra, senza dubbio, ma allo stesso tempo efficace. Deve servirci da monito. E da questo punto di vista il lavoro svolto da Asaps è meritorio e necessario.
Serve per tenere alta l'attenzione su un fenomeno del quale si parla ancora troppo poco, ovvero quello della sicurezza dei motociclisti.
Parliamo molto spesso di ciò che avviene a monte del mercato, ossia le vendite del nuovo, le compravendite di usato, ma poco di ciò che avviene a valle, e che incide in modo determinante sulla sicurezza dei veicoli in circolazione.
Faccio riferimento allo stato manutentivo di moto e scooter, a un parco circolante sempre più vecchio e maltenuto. Ma anche di due elementi cruciali: da un lato quello della formazione dei motociclisti (ossia delle loro capacità in sella) e della loro età, dall'altro quello della sicurezza stradale a tutto tondo, dalle condizioni degli asfalti italiani fino al penoso livello di educazione stradale che possiamo saggiare con mano girando sia in città, sia sui passi di montagna.
Fatto sta che i numeri dei morti sulle strade del 2023 hanno già superato la soglia critica. Difficile dare la colpa, perché le cause sono molteplici (e a volte - non possiamo nasconderlo - riguardano anche la fatalità, e l'imprudenza di qualche motociclista, come testimoniano i numeri degli incidenti "a solo" registrati annualmente sulle due ruote). Certo è che, se non si comincia a mettere ordine da qualche parte, non si va da nessuna parte.