Attualità
Manutenzione: nel primo trimestre del 2023 ripartono i lavori sulle strade
La produzione di asfalto - indicatore dei lavori di manutenzione stradale - cresce del 23%. Le imprese del settore: "Cogliere le opportunità del PNRR"
Il 2022 ha segnato una decisa frenata alla crescita della produzione di asfalto (conglomerato bituminoso), principale indicatore dello stato di manutenzione della rete stradale, registrata negli scorsi anni. Il boom dei costi energetici e dei valori delle materie prime ha bloccato le attività di costruzione e di manutenzione delle strade. Gli effetti del PNRR stentano ancora vedersi sul settore che però nei primi mesi del 2023 ha registrato una significativa inversione di tendenza (+23% nel primo trimestre) che lascia ben sperare per il prosieguo dell’anno. La fotografia emerge dalla nuova analisi trimestrale effettuata dall’Associazione SITEB (Strade Italiane E Bitumi),
Lo scorso anno la produzione di bitume ha registrato un significativo calo (-17%), dovuto al vertiginoso aumento dei costi energetici e delle materie prime che hanno frenato l’industria del settore stradale proprio quando la ripresa sembrava consolidata e avviata a recuperare quanto perso nei lunghi anni di crisi economica (iniziata nel 2008, ma che ha avuto nel 2016 il punto più basso di produzione e redditività).
I lavori di fatto si sono fermati in quanto, senza certezza di ristori e senza provvedimenti di revisione prezzi negli appalti pubblici, gli operatori sono stati esposti a rischio fallimento.
Il 2023 invece è, invece, iniziato in modo decisamente positivo. I costi del gas metano e dell’olio combustibile si sono notevolmente ridotti (senza però tornare sui valori pre-crisi) e i dati sulle vendite del bitume nel primo trimestre 2023 hanno registrato un significativo incremento (+23%), al punto che si potrebbe ipotizzare per il conglomerato bituminoso una stima di chiusura del 2023 allineata sui valori del 2021, se non addirittura superiore, attorno ai 37,8 mln di tonnellate. È comunque ancora presto per parlare di crescita proiettata sull’intero anno, molto dipenderà dal costo del petrolio nei prossimi mesi, dal rapporto euro/dollaro, dalla guerra in Ucraina e dal clima.
Per il settore dei lavori stradali si tratterebbe di un vero e proprio ritorno ai livelli pre-crisi, con una crescita decisa rispetto al 2016, quando le attività di costruzione e manutenzione di strade avevano toccato il fondo con sole 22,3 milioni di tonnellate di asfalto.
I lavori di fatto si sono fermati in quanto, senza certezza di ristori e senza provvedimenti di revisione prezzi negli appalti pubblici, gli operatori sono stati esposti a rischio fallimento.
Il 2023 invece è, invece, iniziato in modo decisamente positivo. I costi del gas metano e dell’olio combustibile si sono notevolmente ridotti (senza però tornare sui valori pre-crisi) e i dati sulle vendite del bitume nel primo trimestre 2023 hanno registrato un significativo incremento (+23%), al punto che si potrebbe ipotizzare per il conglomerato bituminoso una stima di chiusura del 2023 allineata sui valori del 2021, se non addirittura superiore, attorno ai 37,8 mln di tonnellate. È comunque ancora presto per parlare di crescita proiettata sull’intero anno, molto dipenderà dal costo del petrolio nei prossimi mesi, dal rapporto euro/dollaro, dalla guerra in Ucraina e dal clima.
Per il settore dei lavori stradali si tratterebbe di un vero e proprio ritorno ai livelli pre-crisi, con una crescita decisa rispetto al 2016, quando le attività di costruzione e manutenzione di strade avevano toccato il fondo con sole 22,3 milioni di tonnellate di asfalto.