Attualità
Colangelo (Confarca): "Le autoscuole non sono una tassa, ma offrono servizi"
La replica del presidente dell'associazione di settore: "Non abbiamo una corsia preferenziale rispetto ai privatisti"
Lo sfogo di un padre alle prese con l’odissea per far sostenere al figlio l’esame di teoria per la patente AM, che abbiamo registrato su questo articolo uscito qualche giorno fa, ha innescato un dibattito davvero forte e acceso. E suscitato molte prese di posizione – spesso preconcette – contro una o l’altra fazione. In qualche modo, la nostra frase “Ormai in moltissimi hanno capito l’antifona e si rassegnano a pagare una “tassa” necessaria” ha toccato un punto dolente, ossia quello del ruolo delle scuole guida, ormai sempre più tappa obbligata per chi vuole sostenere un esame di guida. Ma il presidente delle autoscuole riunite sotto Confarca, Paolo Colangelo, non ci sta. E con lui abbiamo affrontato nuovamente l’argomento, per chiarire alcuni punti e ampliare il quadro.
Colangelo, la scuola guida non è una tassa?
“No, e spiego perché. Noi svolgiamo un servizio, per il quale veniamo pagati. Ci occupiamo delle pratiche burocratiche, formiamo i candidati insegnando loro i fondamenti dell’educazione stradale, selezioniamo quelli che sono in grado di sostenere l’esame con esito positivo, quindi a minore rischio di bocciatura, e organizziamo a nostre spese le sessioni pratiche di esame”.
Ci spieghi meglio quest’ultimo punto, in molti non ne sono a conoscenza.
“Gli esami di guida per la patente A vengono organizzati in spazi privati messi a disposizione dalle scuole guida. E gli stessi esaminatori della Motorizzazione che vengono chiamati in causa sono pagati dalle scuole che organizzano le sessioni d’esame. Tutto questo costa, e chiaramente i soldi chiesti ai candidati, oltre che per il pagamento dei bollettini e lo svolgimento delle pratiche, servono anche a coprire queste spese”.