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Sciopero dei benzinai, Italia a secco dal 24 al 26 gennaio

Redazione
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Sciopero dei benzinai, Italia a secco dal 24 al 26 gennaio
Sciopero dei benzinai, Italia a secco dal 24 al 26 gennaio
Sciopero dei benzinai, Italia a secco dal 24 al 26 gennaio

La serrata partirà alle 19 del 24 dicembre e terminerà alla stessa ora del 26. La chiusura riguarderà anche i distributori self service

Le associazioni dei benzinai confermano lo sciopero del 25 e 26 gennaio valutando insoddisfacenti le proposte di modifica del decreto sulla trasparenza dei prezzi dei carburanti illustrate oggi dal ministro dell Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, nel terzo incontro tra governo e associazioni. La serrata, ridotta da 60 a 48 ore, partirà alle 19 del 24 dicembre e terminerà alla stessa ora del 26, la chiusura riguarderà anche i distributori self service. Rimaranno aperte solo alcune stazioni di servizio, scelte su base provinciale, in modo da poter garantire i sevizi minimi. Il dialogo resta aperto, con il tavolo di confronto sulla riorganizzazione del settore che è divenuto permanente, ma le sigle Faib, Fegica e Figisc/Anisa parlano di assenza di passi in avanti nella mediazione e di governo con le mani legate sul dossier carburanti. "Dal governo non sono arrivati elementi migliorativi, semmai sono peggiorate le condizioni, la nostra resta una categoria da mettere sotto osservazione con un cartello, come nel Medioevo", lamentano le sigle associative dei benzinai. Il rialzo dei prezzi della benzina, partito a Capodanno con la fine dello sconto sulle accise introdotto a marzo dello scorso anno dal governo di Mario Draghi dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, resta una nodo da sciogliere. Con il costo alla pompa che continua ad aggirarsi attorno ai 2 euro in città e fino ai 2,5 in autostrada. Il governo tramite Urso oggi ha aperto a delle modifiche al decreto: prezzo medio regionale da esporre su un cartello da aggiornare con cadenza settimanale e non più mensile e multe per le violazioni ridotte dal massimo di 6mila euro fissato nel testo ad 800 euro. Prevista anche la creazione di una App del Mimit dove poter consultare il prezzo medio e quello praticato dai distributori all'interno di un perimetro selezionato. Ma gli esercenti non cedono e proseguono sulla linea dello sciopero, chiedono in particolare che il prezzo medio venga comunicato via web - per togliere l'effetto mediatico del dito puntato contro la categoria - e non tramite un cartello da esporre nei distributori. Più in generale i benzinai domandano un riordino complessivo del settore, che conta circa 22mila stazioni di servizio.  
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