In occasione del lancio dello stivale Mag-1 Replica Bautista, Sidi ci invita in azienda per una chiacchierata con il campione della SBK. Preparazione alla nuova stagione, avversari, rapporto coi tifosi Ducati: ecco i temi trattati
L’occasione è il lancio della versione Replica dello stivale racing Sidi top di gamma Mag-1, che ha accompagnato Alvaro Bautista alla conquista del titolo Superbike 2022. Uno stivale sostanzialmente invariato rispetto al modello base, ma colorato di un’inedita tinta oro che a detta di Alvaro stesso gli “conferma che tutto sia effettivamente successo”. La visita presso la sede del marchio veneto, attivo dal 1960 in quel di Maser (Treviso) e sponsor tecnico del pilota spagnolo dal 2009, ci ha permesso di scambiare qualche battuta con il campione del mondo uscente delle derivate di serie e di capire come si approcci e prepari alla stagione alle porte.
Alvaro, partiamo con una questione tanto cara ai tifosi: il numero sulla carena della tua Panigale V4.“Il numero non è ancora deciso, il 19 è con me da tutta la mia carriera nel mondiale iniziata nel 2003 e ci sono molto legato. D’altro canto, l’1 è l’unico numero che non puoi scegliere, te lo devi guadagnare e quindi ha un valore particolare. Diciamo che l’1 ci sarà di sicuro, poi vedremo se metterci il 9 a fianco, c’è ancora qualche settimana per pensarci.”Come ti senti da campione uscente e come ti approcci al nuovo campionato, che partirà in Australia a fine febbraio?“Il 2022 è stato un anno particolare, sono tornato a divertirmi davvero con la moto, più di quanto fossi riuscito a fare nel 2019 sempre con Ducati. Anche allora ero andato forte ma mi mancava l’esperienza in questo campionato, non conoscevo le piste, le gomme e tanti altri fattori che messi assieme possono fare la differenza. Quest’anno con più esperienza ho saputo gestire ogni situazione e ho portato a casa il titolo. È un successo che mi rende molto orgoglioso, perché è frutto del duro lavoro e dell'esperienza accumulata negli anni: ho dovuto lottare contro piloti più giovani, contro Jonathan che è un 6 volte campione Sbk e che reputo il più forte di sempre in questa categoria.Per dirti, il campionato che vinsi in 125 nel 2006 era venuto più naturale: allora ero un ragazzino, mentre oggi sono più maturo. Il titolo 2022 mi rende più fiero e tutto sommato da adulto lo si assapora anche molto meglio."
"Per il 2023 a dire il vero non ho alcun obiettivo particolare, la cosa per me più importante è sentirmi bene sulla moto, riuscire a trarre il massimo dal pacchetto che ho in mano, volere e riuscire a migliorare sempre qualcosa. Questo, più che i risultati; quelli vengono come conseguenza. È ovvio che spero di riuscire a ripetermi, non sono assolutamente sazio, ma non parto con questo chiodo fisso in testa. Il livello poi è ogni anno più alto, i miei avversari vorranno spodestarmi, avrò più pressione addosso perché tutti si aspetteranno che io riesca a fare il bis, ma io non mi sento in una situazione in cui devo vincere a tutti i costi, da questo punto di vista sono tranquillo. A me interessa stare là davanti e dare il 100%, del resto ne riparleremo dopo qualche gara. Intanto partiamo da Phillip Island, che è una delle mie piste preferite, poi vedremo.”
GLI AVVERSARI E LA PREPARAZIONE AL 2023
Parlando di avversari, viene naturale individuare in Rea e Razgatlioglu i due più agguerriti. Confermi? E, tenendo ovviamente conto che non c’è stato ancora alcun test, chi vedi più carico?“Rea e Razga sono i più pericolosi tra i miei rivali, questo è chiaro vedendo come abbiamo finito l’anno scorso. Come dici non abbiamo ancora fatto un test e quindi non si può sapere realmente come saranno messi a pacchetto moto-pilota-squadra. Gli altri invece sembrano essere un piccolo passo indietro a noi. Jonathan non vince da due anni e avrà tanta fame. Toprak è giovane, è in crescita e il suo livello quest’anno sarà ancora più alto. Per la progressione che ha avuto in queste ultime stagioni io vedo lui come avversario numero 1. Ce ne sono poi parecchi altri da scoprire, tipo Petrucci che ha fatto bene in Motoamerica e ha lottato per il campionato senza conoscere le piste; lui al momento è un punto interrogativo, ma lo sono anche Gardner, Aegerter, Baldassarri, tutti piloti potenzialmente molto veloci.”E in tema preparazione fisica, a che punto sei? Come ti alleni in vista della prima gara?“In questo periodo cerco di fare una buona base atletica, punto tanto sul lavoro muscolare per rinforzare il corpo. Poi durante il campionato tra gare e viaggi non c’è più il tempo necessario, si va calando a causa dello stress mentale e della stanchezza che si accumula, e la forma fisica in senso stretto tende a peggiorare. Per questo secondo me è importante arrivare a inizio campionato già al top della forma. Parlando di mezzo meccanico invece, a fine gennaio avremo i primi test, la nuova moto sarà molto simile a quella del 2022, cambierà solo qualche dettaglio; a Jerez arriveranno i primi dati e capiremo come si evolverà la situazione.”
LE DIFFERENZE TRA MOTOGP E SBK, E COSA RUBEREBBE A MARQUEZ
La conversazione poi si sposta su temi più generali e meno legati al campionato che sta per partire. Alvaro ci racconta, a suo modo di vedere, le differenze d’atmosfera che si respira tra MotoGP e Superbike e come vive oggi l’appartenenza alla famiglia Ducati.
“La MotoGP, per i miei gusti, specialmente negli ultimi anni è diventata un mondo troppo fighetto, dove tutto è un po’ forzato e c’è troppo business, prima era molto più familiare e naturale. La SBK è invece simile alla MotoGP di qualche anno fa. Chi sta qui se la tira meno e ha passione. In MotoGP il paddock è sempre pieno, ma tanti sono vip o sono lì solo per fare la foto con qualcuno, poi di moto magari ne capiscono poco. In SBK stai sicuro che tutti quelli che sono qui conoscono fino all’ultimo pilota in griglia. In Superbike inoltre c’è molto più contatto tra pubblico e piloti, come ambiente è più accogliente e caloroso.È un cambio che sono felice di aver fatto e, forse, se potessi tornare indietro, lo farei un po’ prima. Gigi Dall’Igna, quando era in Aprilia SBK, mi chiese tante volte di tornare a correre con lui, noi ci conoscevamo dagli anni della 125 e della 250, ma io ero attratto dalla MotoGP e ho voluto rimanere qualche anno in più. Ad ogni modo la SBK mi ha portato in Ducati, e quindi sono di nuovo sotto lo stesso tetto di Gigi.Ducati è in effetti una famiglia speciale. Quando sono tornato c’erano diverse opinioni, alcuni mi hanno accolto con calore mentre altri sostenevano che lo facessi solo per soldi. Insomma, erano quasi tutti con me... ma non proprio tutti. Poi però con il titolo ho fatto cambiare idea a chi ancora aveva qualche riserva! Vincere con Ducati è diverso rispetto a vincere con un qualsiasi altro marchio, attorno c’è tutto un mondo di cui ti senti parte, vinci e senti che sei entrato a far parte di una storia importante, non c’è solo il risultato. Nel mio caso ancor di più, visto che sono riuscito a riportare il titolo a Borgo Panigale dopo parecchi anni.”Concludiamo con una domanda classica, ma dai risvolti potenzialmente interessanti: se potessi rubare una qualità ad un altro pilota, cosa prenderesti e da chi?“Posso scegliere qualsiasi pilota? Un po’ invidio la forza mentale di Marc Marquez, ha una mentalità combattiva incredibile. Si adatta a tutto, riesce a guidare sopra i problemi e sopra le brutte situazioni. Riesce a dare sempre il massimo indipendentemente dal resto, non si abbatte mai.”
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