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Il gigante e l’unicorno: il matrimonio tra Stark Future e Royal Enfield
L’India guarda sempre di più a occidente, e anche Royal Enfield fa la sua mossa: acquisendo il 10% dell’azienda spagnola dal DNA svedese, consolida la propria tecnologia e si assicura un posto da protagonista nel mercato delle elettriche high-tech
Il 29 dicembre a Barcellona qualcuno ha brindato a qualcosa di diverso dall’anno nuovo, quando Royal Enfield ha formalizzato l’acquisto una quota di Stark Future, la giovanissima multinazionale spagnola con DNA svedese che ha presentato la Varg, la cross elettrica più performante mai vista finora.
Come vedremo, è tutt’altro che un fulmine a ciel sereno questo accordo tra una delle aziende di moto più antiche, con 120 anni di storia, e una delle più nuove se non la più nuova, e che nel linguaggio degli analisti finanziari è già un mezzo unicorno prima ancora di aver consegnato la sua prima moto.
L'unicorno: Stark Future
Tanto per capirci, un unicorno è una startup che nel giro di pochi anni a valere un miliardo di dollari partendo da zero; e visto che l’investimento di Eicher Motors Limited (che possiede Royal Enfield) è di 50 milioni di euro (oltre 53 milioni di dollari) per avere il 10,35% di Stark Future, questo significa che il valore stimato per la giovane azienda spagnola è di circa 512 milioni di dollari, che fanno di Stark Future appunto un mezzo unicorno. La misura dell’eccezionalità di Stark la danno gli oltre 17.000 preordini della Varg, un numero straordinario se pensiamo che equivale a circa quattro anni dell’intera produzione di quello che è attualmente il più grande costruttore mondiale di moto elettriche, Zero Motorcycles. Ma al di là dei freddi numeri, è senz’altro sorprendente il matrimonio tra un’azienda che ha fatto delle alte prestazioni la sua bandiera e una che costruisce le moto meno estreme del mondo, soprattutto tranquille monocilindriche di 350 o 400 cc.Il gigante: Royal Enfield
È facile guardare le cose dal lato del pesce grande: Royal Enfield, che pur essendo la più piccola delle grandi Case indiane produce oltre 500.000 moto l’anno, ha conti che farebbero l'invidia di chiunque e dispone di soldi in abbondanza da investire, ad esempio per rimediare a una per ora scarsa competenza tecnologica nell’elettrico di alte prestazioni. E se pochi mesi fa Arun Gopal, il responsabile dello sviluppo internazionale di Royal Enfield, aveva escluso accordi “alla cinese” con aziende europee, di sicuro si riferiva alle aziende “tradizionali” e alla tecnologia dei motori a scoppio ad alte prestazioni, a cui con ogni evidenza gli indiani non sono interessati. Le moto elettriche sono un altro paio di maniche, anche perché la stretta normativa del governo indiano sulle emissioni è allineata a quella europea e la transizione all’elettrico almeno nelle piccole cilindrate sembra imminente. Non a caso Royal Enfield ha appena annunciato di aver anticipato di un anno, al 2025, il suo primo veicolo elettrico.Tutta l'India si muove
Dal punto di vista strategico, questa è anche una risposta alle recenti mosse di Hero, il più grande costruttore indiano che ha fatto un investimento ancora maggiore (60 milioni di dollari) in Zero Motorcycles, dopo aver acquisito Ather Energy – una start-up indiana che è diventata leader nella vendita di scooter elettrici in patria – e siglato accordi con HPC (l’equivalente indiano della nostra ENI) per lo sviluppo della rete di ricarica. Royal Enfield ha anche dichiarato di aver aumentato il personale e le attrezzature dedicate allo sviluppo dei veicoli elettrici in entrambi i suoi due centri di ricerca in Inghilterra e in India, ma la competizione si annuncia serrata: Bajaj ha bene o male accesso alla tecnologia KTM, TVS discute con BMW e anche chi come Okinawa Autotech è nata con l’elettrico ha firmato nel corso del 2022 un accordo con l’italiana Tacita, pare proprio che l’India si stia rivolgendo a occidente anche per contrastare gli appetiti cinesi, leader nell’elettrico a basso costo che non vedono l’ora di prendersi l’enorme mercato del subcontinente. Certo non dobbiamo pensare a veicoli che rivaleggino con quelli occidentali in termini di dotazioni e prestazioni, perché la filosofia indiana resta quella della semplicità e del massimo “value for money”. Nel caso di Royal Enfield saranno motociclette medie con prestazioni allineate a quelle della gamma attuale, ma alle quali Stark potrà senz’altro portare valore aggiunto in termini di efficienza e funzionalità, mentre continuerà a sviluppare la piattaforma della Varg in senso prestazionale.stark future ha dovuto costruire una grande fabbrica a Barcellona per soddisfare la incredibile richiesta della sua cross elettrica, la Varg. Niente male per una startup con poco più di due anni di vita...