Bosch festeggia cento anni di produzione della batteria per moto: un componente che ha trasformato (in meglio) la vita dei motociclisti
In principio era il kickstarter. Anzi no: gli avviamenti a strappo con le corde avvolte, i pedali in stile Ciao, la spinta. Un male necessario per chi voleva godersi la motocicletta, e un fastidio relativo finché le cilindrate erano basse, i rapporti di compressione modesti.
Poi però le cose si sono complicate. Motori plurifrazionati, grandi cilindrate, grandi prestazioni. E l'avviamento sempre con la "calciata", che ha mandato in ortopedia non pochi malcapitati, specie tra i fuoristradisti, e portato allo sviluppo una serie di tecnologie, dalle demoltipliche ai decompressori, manuali e poi automatici.
Arriva il bottoncino
L'avviamento elettrico per la maggior parte dei motociclisti di oggi non è preistoria ma storia recente, se non contemporanea. Fra le moto che hanno più contribuito a diffonderlo c'è la mitica Honda CB 750 Four a fine Anni 60, sulle moto stradali si è imposto nel decennio successivo ma sulle 125 2T è arrivato negli Anni 80 e sulle 2T da Cross ed Enduro di bassa cilindrata, per dire, sta arrivando soltanto oggi.
La sua storia, però, è relativamente antica. Sulle auto debuttò nel 1912, grazie a Cadillac, e anche sulle moto la primogenitura è americana e dovuta all'oggi scomparsa Hendee. Ancora nel 1965, però, la soluzione era così poco diffusa che Harley-Davidson battezzò "Electra" la propria ammiraglia per sottolineare la presenza di serie di questa dotazione (che affiancava ma per il momento non sostituiva il pedale).
Signori, la batteria
Per poter funzionare, l'avviamento elettrico ha bisogno di una fonte di energia affidabile e abbastanza potente, fonte che da sempre è costituita dall'energia elettrica immagazzinata nella batteria. Inventata in Italia da Alessandro Volta nel 1799, la batteria è stata poi sviluppata e perfezionata un po' in tutto il mondo nei decenni successivi, e già a fine Ottocento era già una tecnologia consolidata, perlomeno nella classica versione piombo-acido.
Nel 1922, con la diffusione anche in Europa della motorizzazione, la domanda di batterie crebbe a tal punto che Bosch avviò nella sua fabbrica di Feuerbach, un sobborgo di Stoccarda, la produzione di batterie di avviamento per moto; seguì, nel 1927, la produzione di batterie per auto. Il centenario della prima batteria da moto Bosch è l'occasione per ricordarci di quanto questo umile componente abbia cambiato la nostra vita, non solo con l'ormai ubiquo "bottoncino" di avviamento ma anche stabilizzando la tensione di bordo e quindi la potenza dei fari e più tardi rendendo possibile l'arrivo delle centraline elettroniche, dell'iniezione, dell'ABS e di tutto quel che è seguito.
Un lungo passato, un lungo futuro
La continua evoluzione delle moto e delle auto e delle loro esigenze ha infatti trainato lo sviluppo continuo, anche se meno visibile, delle batterie: sigillate, senza manutenzione e via dicendo. Bosch ha ad esempio introdotto a partire dagli Anni 90, le griglie in lega d’argento per aumentare la vita utile e la corrente di avviamento, e già dal 2000 le batterie con tecnologia AGM ad alto ciclaggio per rispondere al continuo aumento delle utenze elettriche (iniezione, sistemi di sicurezza attiva, cruscotti, eccetera) e più tardi all'arrivo anche sulle due ruote dei sistemi Start&Stop.
Ultima arrivata, la tecnologia del litio, spinta dalle richieste della mobilità elettrica ma ormai sbarcata anche sulle moto a benzina, soprattutto le più sportive - sia da strada che da fuoristrada - dove consente di risparmiare decisamente in termini di volume e di spazio (anche 1-2 kg) rispetto alle classiche batterie al piombo. La batteria Li-ion per moto di Bosch è stata premiata alla fiera Automechanika di Francoforte nel 2016.
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