Attualità
Allarme ricambi: sempre meno e sempre più cari
La mancanza di parti sostitutive affligge officine e ricambisti. E avrà ripercussioni sulle tariffe assicurative. Ecco perché
In un momento di stasi del mercato, nel quale i concessionari fanno fatica ad approvvigionarsi di nuove moto e scooter a causa della mancanza di chip e materie prime, l’unica fonte di reddito sicura - complice anche un parco circolante sempre più vecchio - è quella dell’officina. Ma anch’essa soffre della penuria di componenti e materiali che affligge il mercato del prodotto finito. E mette in crisi un anello strategico della filiera.
PREZZI SU DEL 30%
Ormai da mesi i ricambi sono rincarati in una forchetta di prezzo che va da un minimo del 5 a un massimo del 30%. A farne le spese sono state soprattutto le batterie, come afferma Rolando De Luca di SGR: “Quelle al litio, in particolare, hanno accusato gli aumenti maggiori. Ma il settore del ricambio è totalmente impazzito: ormai i tempi di consegna si sono allungati da 90 a 160 giorni, col rischio di lasciare le officine senza materiali di sostituzione”. La situazione è cambiata a tal punto che in questi mesi sembra impossibile trovare non solo le componenti a più alto valore aggiunto, ma anche alcune parti ritenute fino solo a prima del Covid una commodity: “Mancano moltissime leve freno e frizione - ribadisce De Luca - ossia cose apparentemente banali, ma fondamentali per il funzionamento e la messa in strada di una moto”. E se le componenti mancano all’appello, dove si trovano? “Spesso sul web, dove alcuni magazzini approfittano della situazione di penuria generale svuotandosi di quelle rimanenze che, fino a pochi mesi fa, erano considerate invendibili”.
Gli fa eco Domenico Mainoli (Bergamaschi): “In particolare soffre il settore degli Oem (primo equipaggiamento, ndr), visto che i fornitori di solito tendono a privilegiare, in caso di carenza di materiali, le forniture di primo impianto”. Il direttore generale di Bergamaschi denuncia aumenti che vanno fino al 15%: “Ma la situazione è impazzita e non accenna a migliorare. I prezzi sono imprevedibili. Noi stessi siamo costretti ad acquistare i ricambi al buio, ovvero senza sapere qual è il loro reale costo. Il prezzo non lo fanno più domanda e offerta, ma soprattutto la paura di restare senza e le incognite globali, come le navi bloccate nei porti cinesi che fanno saltare il banco. Rischiamo - dice Mainoli - di pagare carissime cose che, normalmente, costano molto di meno”.
IL NODO RC
Il prezzo dei ricambi cresce, e con esso anche quello delle sovrastrutture delle moto. Un problema non da poco, che avrà delle ripercussioni dal punto di vista dei risarcimenti assicurativi. Secondo un recente report di Boston Consulting Group, Nel 2022 nel nostro Paese è atteso un aumento dei costi medi dei sinistri RC compreso fra il 4,5% e il 7%. Un’impennata che risentirà dell’inflazione, ma anche del maggiore costo dei pezzi di ricambio, fattore che incide fortemente nella valutazione del costo di un sinistro. E anche sulle spese che una compagnia deve affrontare. In soldoni, se l’assicurazione X deve risarcire un sinistro spendendo di più per il reperimento di pezzi e componenti, alla fine da qualche parte deve pur recuperare quel danaro. E, come ben sappiamo, alla fine dei conti le assicurazioni tendono a riversare sul cliente i rincari subiti, al momento del rinnovo del premio.
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