Casco: l'importanza di una buona ventilazione

Leggendo i comunicati delle aziende produttrici di caschi, ci imbattiamo sempre più spesso in paragrafi in cui si evidenzia il numero delle prese d'aria. Sembra quasi una specie di gara a chi produce il casco più ventilato e arieggiato del mercato.

Sarà una leva di marketing, penseranno in molti, per vendere meglio il prodotto. Ma in questi giorni di caldo torrido, chi va in moto sa bene che la differenza tra un casco con una buona areazione interna e uno che non ce l'ha, è di vitale importanza.

E non parliamo solo del comfort: dentro al casco, solitamente, si tende a sudare parecchio; la calotta tende a surriscaldarsi, soprattutto nelle ore di maggiore insolazione, e a trasmettere il suo orrendo calore alla testa del motociclista. Quando si viaggia, il problema è meno sentito. Ma nelle manovre da fermo, a basse velocità o negli stop forzati ai semafori, il problema è notevole.

COME FUNZIONANO LE PRESE D'ARIA

I caschi sono sviluppati in galleria del vento. E questo perché la forma delle loro calotte deve essere il più possibile aerodinamica, certo, ma anche perché il posizionamento delle prese d'aria deve essere ottimale. Non necessariamente un casco con tante prese d'aria è più fresco di uno con meno bocchette. Conta il modo in cui esse sono posizionate su calotta e mentoniera. Il principio banale dell'areazione di un casco è che l'aria fresca entra dalla parte frontale del casco stesso, passa dalle canalizzazioni interne alla calotta e trascina via quella calda, attraverso gli estrattori posizionati nella parte posteriore della calotta stessa.

PIU' ARIA=PIU' SICUREZZA

Per la stagione estiva è quindi da preferire un casco che garantisca una buona areazione. E non solo per evitare di sudare troppo, o avere un comfort migliore. L'areazione infatti è anche sinonimo di sicurezza. Uno studio pubblicato dalla Fondazione spagnola per la Sicurezza Stradale (Fesvial) infatti sostiene che col caldo il rischio di incidente stradale aumenta fino al 25% rispetto agli altri periodi dell'anno. Una temperatura esterna di 35 gradi può innalzare i rischi a livelli simili a quelli che si verificano sei il guidatore è sotto l'influenza di un livello di alcol nel sangue compreso fra 0,5 e 0,8 gr/litro. A queste temperature, stato dimostrato che circa il 20% dei segnali stradali non viene percepito e gli errori gravi da parte dei conducenti aumentano fino al 35%. Insomma, il caldo incide sulle prestazioni psicofisiche. Ed è un nemico da non sottovalutare.