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Transizione green? Nì per gli scooter, no per le moto
La decisione della UE di bandire la produzione delle auto endotermiche dal 2035 non dovrebbe avere impatti significativi sulle due ruote. Ecco perché
Il mondo della mobilità è uno dei principali imputati, quando si parla di emissioni nocive. Ma come al solito si rischia di fare di tutta l’erba un fascio. E il rischio lo si corre anche nell’ambito del Fit for 55, il pacchetto di misure varato dalla Commissione europea, che si pone di abbattere le emissioni inquinanti del 55% entro il 2030 e del 100% entro il 2035 rispetto al 2021. Obiettivi a cui dovrà contribuire il comparto dell’automobile e dei mezzi pesanti.
E le moto? Per ora il nostro settore è stato tenuto fuori dalle stringenti regole comunitarie. Ma il timore è che l’effetto Fit for 55 non lascerà del tutto indenni le due ruote a motore. Acem (l’associazione europea dei costruttori) ha tracciato una strada ben precisa, cercando di anticipare così le eventuali richieste che arriveranno da Bruxelles.
A favore delle due ruote come elemento positivo per il traffico e per l’ambiente depongono infatti molti fattori: l’occupazione di suolo inferiore rispetto alle auto (il 20%), la minore percorrenza chilometrica media (e quindi il rilascio di un ammontare decisamente inferiore di agenti inquinanti) e la maggiore maneggevolezza (che fa di moto e scooter un elemento fondamentale per decongestionare il traffico nelle città europee). Ma il mantra della decarbonizzazione non risparmierà il comparto: per gli organismi politici europei moto e scooter sono semplicemente auto con due ruote in meno. E in quanto mezzi spinti da un motore endotermico, dovranno passare dalle forche caudine della “decarbonizzazione”.