Attualità
35 anni e non sentirli
Riflessione sulla sorprendente capacità delle moto degli Anni 80 di piacere anche ai giovani d’oggi
Ogni volta che pubblichiamo qualche cosa sulle moto degli Anni 80 e 90, i nostri canali digitali si surriscaldano. È solo nostalgia, ci chiediamo sempre? Sono solo i quarantenni e cinquantenni che vogliono ritrovare le emozioni della loro adolescenza?
Forse no: non sono solo loro. L’altro giorno guardavo con mio figlio ormai vicino ai fatidici quattordici anni le moto della mia adolescenza, quindi degli anni grossomodo tra il 1986 e il 1992: Aprilia, Cagiva, Gilera, qualche Malaguti 50, qualche Honda e Yamaha 125 fatte in Italia. A 35 anni di distanza, sono moto che riescono a piacergli, anche molto: “Questa la vorrei”, mi dice più di una volta. Peccato che il codice della strada sia cambiato più del nostro gusto estetico, e quelle moto non potrà guidarle nemmeno a 16 anni: troppo potenti oppure troppo inquinanti per gli standard di ora.
L’epoca classica... e dopo
Mi colpisce però la capacità delle moto di allora di piacere a un tredicenne di oggi, mentre è quasi svanita quella della musica, l’altro grande punto di contatto tra generazioni: il rock e il pop di quegli anni a lui dicono poco.
Se penso alla mia adolescenza, le cose erano più semplici: di 35 anni prima non mi piacevano né la musica né le moto. Parliamo dei primi Anni 50: Nilla Pizzi e Claudio Villa mi facevano venire l’orticaria, e con una MV Agusta Pullman 125 o una Rumi 125 Sport non ci sarei andato in giro nemmeno sotto minaccia armata. Mio figlio, invece, con una Aprilia RS Futura o una Cagiva Mito si sentirebbe ancora un piccolo Tom Cruise, tanto per restare al 1986.
Cosa c’è stato di così speciale allora in quegli anni, nelle moto di quegli anni? La risposta bisognerebbe chiederla ai designer. O il progresso si è mosso poco oppure ha preso la direzione sbagliata, verrebbe da dire. E dato che la prima ipotesi è fuori discussione, c’è qualcosa che non va con la direzione stilistica.
Le moto che hanno stravolto i canoni imponendo nuove categorie estetiche, come le sempre citate Ducati Monster o BMW GS, non è che siano esempi di armonia. Oggi le KTM, certe Kawasaki, ormai anche qualche Ducati sembrano volutamente disarmoniche. Si direbbe che non potendo più fare moto “belle” nel senso classico, i designer siano un po’ costretti a fare moto “strane” pur di farle diverse: come i pittori che dopo il Rinascimento e l’Impressionismo si sono dovuti inventare il cubismo, il surrealismo e il dadaismo.
Sappiamo già che le moto stanno per andare incontro a grossi cambiamenti tecnologici, ma la direzione del loro stile è ancora tutta da inventare. I segnali interessanti non mancano, e può darsi che sia alle porte una nuova epoca dell’oro che ricorderemo fra 35 anni. Se sarà così, ne parlerò volentieri con mio figlio e mio nipote; del resto non ho particolare fretta e mi godo le moto di oggi, che sempre più spesso citano quelle di 35 anni fa.
Per inserire un commento devi essere registrato ed effettuare il login.