Attualità
Guerra e crisi: dove va il settore delle moto?
Il prezzo della benzina schizza verso l'alto, gli utenti dell'auto si orientano verso le due ruote come mezzo di commuting. E l'elettrico guadagna terreno. Uno scenario possibile ma pieno di incognite
A qualcuno può sembrare un gioco ozioso discutere della direzione che sta prendendo il settore delle due ruote, in un momento nel quale la Russia sta bombardando obiettivi civili ucraini nel nome di un imperialismo barbarico che fa parte di una visione preistorica del mondo. Ma è inevitabile che, come tutte le industrie del mondo, anche quella delle due ruote stia vivendo momenti di grande incertezza, dettati dal cocktail micidiale i cui ingredienti sono in parte frutto dell’onda lunga del Covid (ovvero la carenza delle materie prime, il costo folle dei container per i trasporti marittimi, e la difficoltà nell’approvvigionamento dei semiconduttori), in parte risultato della guerra in corso tra Russia e Ucraina.
Il conflitto, infatti, sta avendo ripercussioni sul fronte delle materie prime. Le turbolenze dei mercati hanno portato infatti il costo del barile di petrolio ai livelli record della crisi del 2007-08 (fissato a 147,5 dollari). Una follia, se si pensa che nemmeno due anni fa, era l’aprile del 2020, il valore del petrolio sull’indice Wti era praticamente sottozero, complice la pandemia e il lockdown. In questo quadro, non si può trascurare come la Russia sia il terzo produttore di petrolio al mondo e il primo paese per esportazioni, se si includono i prodotti raffinati.
IL CARO BENZINA
Un risultato lo stiamo vivendo ogni volta che ci fermiamo al distributore di benzina, dove la verde sta vivendo una fiammata a livello di prezzi senza precedenti. Solo un anno fa, secondo le rilevazioni periodiche del Ministero per lo sviluppo economico, un litro era commercializzato a 1,511 euro; a fine febbraio 2022 lo stesso litro di benzina costava 1,848 euro, mentre al 9 marzo ha abbondantemente sfondato la soglia psicologica dei 2 euro in modalità self service.
UNA NUOVA POLITICA ENERGETICA
È chiaro che questa situazione trasformerà su larga scala l’industria energetica. Nei prossimi mesi, l'aumento del costo del carburante in Europa e in America colpirà la domanda accelerando il passaggio ai veicoli elettrici. Quindi, abbiamo già ridotto le prospettive di volume del primo semestre 2022 in quest'area, aumentando al contempo le vendite previste per i veicoli elettrici. “Nei mercati emergenti (India e ASEAN su tutti) l'aumento del costo del petrolio colpirà il mercato delle quattro ruote - è l’analisi del sito specializzato motorcyclesdata.com - insieme alla lenta sostituzione dei veicoli elettrici con quelli a combustione tradizionale, poiché il divario di prezzo da un'auto endotermica a un'auto elettrica non è conveniente per i paesi a basso reddito. L'effetto per le persone che richiedono mobilità sarà quello di cercare un dispositivo più conveniente e il mercato delle due ruote ne trarrà ulteriori benefici”.
PRO E CONTRO
Ma ne siamo così sicuri? Sebbene il valore medio di un veicolo a due ruote sia decisamente inferiore rispetto a quello di un’auto, non è detto che la situazione di incertezza globale non si rifletta sulla propensione all’acquisto della famiglia media. La quale, in un’ottica conservativa tipica di periodi come questi, potrebbe accantonare la spesa per l’acquisto di una moto, bene voluttuario per eccellenza. C’è un però da tenere in considerazione, ed è legato all’andamento del segmento premium, che di solito va controtendenza rispetto al mercato globale. In soldoni, anche nei momenti di maggiore crisi, il pubblico con alta capacità di spesa trova comunque le risorse per investire in beni voluttuari e costosi quali sono le moto di alta gamma.
Differente è infine il discorso legato allo scooter, che rappresenta una valida alternativa all’auto nell’economia degli spostamenti quotidiani casa-lavoro, e che quindi potrebbe beneficiare maggiormente di questa situazione contingente legata al caro-benzina.
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