Attualità
Ural: la guerra russo-ucraina fa impennare il prezzo dei sidecar
Difficoltà di approvvigionamento e rincaro delle materie prime colpisce uno dei più noti prodotti motoristici russi: ci vogliono fino a 4 mesi per averne uno
La guerra scatenata dall'invasione russa dell'Ucraina sta avendo inevitabili ripercussioni sull'economia russa, comprese anche le fabbriche motoristiche che sorgono sul suo territorio. In ambito motociclistico, l'unica eccellenza russa è la Ural, storica azienda produttrice di sidecar nata nel 1941 e arrivata fino a oggi con una gamma di prodotti fieramente retrò.
In Italia - e in generale in Europa - il mercato del sidecar resta una nicchia che si assottiglia sempre di più. Fino a una decina di anni fa, solo nel nostro Paese se ne vendevano 100-150 esemplari ogni anno, la stessa cifra che totalizza oggi la Germania, principale mercato del sidecar assieme agli Stati Uniti, che hanno un importatore molto forte (il quale è anche socio dell'azienda russa; ndr).
Poi la contrazione delle concessionarie Ural in Italia (oggi sono rimaste due) ha ridotto il mercato a poche decine di pezzi: "Oggi il mercato vale 10-15 esemplari all'anno", dice a Dueruote Angelo Vicentini, per 56 anni importatore del marchio in Italia "ma il conflitto ha peggiorato le cose. I mezzi fanno fatica ad arrivare in Europa, perché i corridoi logistici si sono complicati. In questo periodo la fabbrica fa fatica a produrre e vive del magazzino che ha a disposizione".
Il problema è aggravato dalle sanzioni economiche alla Russia e dalla ormai endemica carenza di materie prime per la produzione di veicoli: "Oggi per avere un sidecar nuovo occorrono fino a 4 mesi. Il problema principale resta quello dei prezzi, che crescono a vista d'occhio. La guerra non fa altro che peggiorare la situazione", dice Vicentini.