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Attualità

La CINA e la leadership nel design

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All’ultimo EICMA la Cina ha alzato il tiro, con una serie di modelli tecnicamente dotati e dallo stile sempre più personale che nascono (anche) da una ben precisa strategia a livello nazionale

Quando negli Anni 60 l’Italia è diventata il centro del design mondiale, con Pininfarina, Bertone, Munari, Castiglioni e Zanuso, i cinesi vestivano tutti uguali e andavano in giro in bicicletta. Quando negli Anni 80 è riesplosa la creatività italiana con la italo disco, i paninari e le 125 più belle di sempre, i cinesi vestivano tutti uguali e andavano in giro in bicicletta. La Cina è rimasta imprigionata nell’uniformità culturale fin quasi al 2000, eppure partendo da questo retroterra - che della creatività è la bara - vuol diventare il polo mondiale del design entro il 2030: uno sforzo titanico. Ormai sappiamo che la Cina di sforzi titanici è capace, questo però ci tocca più da vicino perché porta lo scontro anche su un terreno da sempre stato considerato “mare nostrum”, inscalfibile persino dagli sforzi dei giapponesi, dall’opulenza degli americani, dall’eleganza degli inglesi.

Quando negli Anni 60 l’Italia è diventata il centro del design mondiale i cinesi vestivano tutti uguali e andavano in giro in bicicletta. Quando negli Anni 80 è riesplosa la creatività italiana con la italo disco, i paninari e le 125 più belle di sempre, i cinesi vestivano tutti uguali e andavano in giro in bicicletta...

La CFMOTO SR-C21 è stata fra le moto più ammirate del Salone; lei è stata disegnata in Italia, ma ormai anche molti designer cinesi riescono a “far colpo” in Europa con le loro creature

Con gli scooter il punto di svolta è stata Niu, capace di richiamare in patria un manipolo di giovani designer formati nell’automotive occidentale e di vincere premi su premi coi suoi modelli elettrici, venendo ben presto imitata da altre aziende

CFMOTO SR C21: la (concept) sportiva senza paura

Se guardiamo agli ultimi prodotti cinesi – dall’elettronica di consumo agli scooter, dalle auto agli elettrodomestici – il progresso è evidente. È ormai difficile dire che siano a un livello inferiore ai prodotti occidentali, italiani compresi, pur avendo prezzi da far cadere le mascelle: uno scooter elettrico “di design” fatto e finito può costare, su alibaba, meno di 1.000 euro. Con gli scooter il punto di svolta è stata Niu, capace di richiamare in patria un manipolo di giovani designer formati nell’automotive occidentale e di vincere premi su premi coi suoi modelli elettrici, venendo ben presto imitata da altre aziende. Nelle moto per ora si è visto ancora poco, ma la fioritura è nell’aria. Prendiamo CFMOTO, che ha una consapevolezza molto occidentale dell’importanza del design e ha affidato (per ora a creativi europei) il compito di fare modelli con una propria identità, che non somiglino a nient’altro e capaci magari di far girare la testa, come la SR-C21. O prendiamo la voglia di stupire di Benda che ha presentato la LFC700, una cruiser dallo stile personale con motore 4 in linea e una ruota posteriore da 310/35, che non si era ancora vista da nessuna parte.

Moto e design: la fine delle idee

Nelle moto per ora si è visto ancora poco, ma la fioritura è nell’aria. Prendiamo CFMOTO o la voglia di stupire di Benda...

Prepariamoci all'impatto

Avranno successo queste moto? In fondo è una domanda secondaria: quello che conta è che la Cina sta cercando la sua strada, e non ci metterà molto a trovarla. Se la nostra eccellenza nel design è largamente “spontanea”, germogliata nelle botteghe e nella frequentazione del bello di cui l’Italia è disseminata, quella cinese è infatti frutto di uno sforzo collettivo disciplinato e “scientifico”. Uno sforzo non diverso da quello che ha portato i suoi atleti ad eccellere nella ginnastica o nel nuoto. All’ultimo Eicma ne abbiamo avuto un assaggio: prepariamoci all’impatto.
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