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Attualità

RC moto: che cosa sta succedendo?

Marco Gentili
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RC moto: che cosa sta succedendo?

Ecco perché il provvedimento varato dal Governo penalizza la possibilità di scelta dei motociclisti

Negli ultimi giorni si è fatto un gran parlare della questione assicurazioni. Per farla in breve, l'ultimo DL Concorrenza approvato dal governo amplia la diffusione del risarcimento diretto a tutte le compagnie. Tutti coloro che operano in Italia dovranno utilizzare questa modalità, ivi comprese le compagnie straniere che, fino a oggi, avevano la possibilità di scegliere se operare secondo il sistema del risarcimento diretto (Card) oppure no (no Card). Le compagnie italiane operanti in Italia, invece, sono per legge obbligate a operare in regime di Card. Cerchiamo di fare un attimo di chiarezza, per capire bene di che cosa stiamo parlando.  

CARD E NO CARD: CHE COSA VUOL DIRE?

Il risarcimento diretto (Card) prevede che, in caso di sinistro, il danneggiato possa chiedere il risarcimento danni direttamente alla propria compagnia. La quale prima risarcisce l'assicurato e poi, nella cosiddetta camera di compensazione, si rifà sulla compagnia della controparte che le rimborsa il danno. Ma di quanto è il rimborso alla compagnia? In regime Card, il rimborso è stabilito a forfait, da una tabella eggiornata ogni anno a cura del Ministero dello sviluppo economico. Questo tipo di risarcimento "più snello" non si può applicare a tutti i sinistri, ma solo a quelli con caratteristiche ben precise (solo due veicoli coinvolti, il sinistro deve avvenire sul territorio italiano, i due assicurati devono essere assicurati in Italia, le lesioni riportate da uno dei conducenti non possono essere superiori al 9%). Il risarcimento indiretto (no Card) è il meccanismo che vigeva prima dell'introduzione del Card. In pratica, il motociclista vittima di un sinistro chiede la liquidazione dei danni alla compagnia della controparte. A oggi in Italia pochi operatori stranieri, di dimensioni ridotte ma spesso specializzati in moto e scooter, operavano in questo regime. Come abbiamo visto, però, rientrano automaticamente in gestione no Card tutti gli incidenti più seri. Quindi anche quelli che (purtroppo) riguardano spesso i veicoli a due ruote.  

IL PROBLEMA DELLE MOTO

Il problema del regime del risarcimento non riguarda il cliente finale, che - qualunque sia il regime scelto dalla propria compagnia assicurativa - viene comunque risarcito. Riguarda però le logiche delle compagnie stesse e, alla fine dei conti, l'andamento dei prezzi. Il motivo è semplice: un sinistro legato a una moto quasi sempre è in perdita per qualunque operatore del settore. In regime Card, i forfait stabiliti per le due ruote sono svantaggiosi rispetto ai reali danni medi subiti (sia al veicolo sia al fisico) dai motociclisti. Inoltre, i forfait Card sono pensati specificamente per sinistri che coinvolgono veicoli della stessa specie (ad esempio, auto e auto) e risultano invece antieconomici quando il sinistro coinvolge mezzi differenti (ad esempio, auto e moto), penalizza fortemente il mezzo che subisce più danni. Quindi, come vediamo, il Card di per sé non è un problema, ma lo diventa quando il meccanismo dei forfati va in tilt. Per le compagnie grosse e strutturate (quindi con un portafoglio molto ricco), questo non costituisce un problema. Per i soggetti più piccoli, invece, sì. E per molti di essi operare in regime no Card permette di offrire tariffe molto convenienti, soprattutto agli utenti delle due ruote. Tariffe che, con un regime Card unico per tutti, non sarebbero più sostenibili sul nostro mercato. E che quindi saranno ritoccate al rialzo, con una forchetta che va dal 15 al 20%. A oggi, su circa 3 milioni di mezzi a due ruote assicurati, circa 500mila sono coperti da RC che operano in regime no Card. Alla fine dei conti, se questa norma passa, a perderci realmente è il consumatore, il quale punta a minimizzare l'esborso per la propria RC e che, così facendo, verrebbe privato di una reale alternativa.  

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