Attualità
Autostrade: cosa succede adesso?
All'orizzonte un rincaro dei pedaggi per far fronte a tutta la manutenzione non fatta sotto la gestione Atlantia
Il 2021 "rappresenta un anno cruciale per il funzionamento presente e futuro del sistema autostradale", ha detto il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, in occasione di un'audizione al Senato su Aspi. Parole che non sono certo di circostanza, e che arrivano in un momento nel quale Autostrade per l'Italia di fatto ha cambiato proprietario, per tornare sotto una gestione sostanzialmente statale (con Cassa depositi e prestiti) dopo 24 anni di gestione privata del gruppo Atlantia. Gestione che, oltre a un forte rialzo dei pedaggi, ha portato il sistema ad accumulare ingenti ritardi sul fronte della manuenzione, esemplificati da un lato dal disastro del Ponte Morandi, dall'altro dal caos che si sta vivendo sulla rete viaria della Liguria.
IL NODO CONVENZIONI
Il primo scoglio che adesso è necessario superare sia con Aspi, sia con tutti gli altri gestori (in particolare il Gruppo Gavio, altro big tra i concessionari) è quello delle convenzioni. "I nuovi schemi di convenzione recepiscono il sistema tariffario predisposto dall'Autorità di regolazione dei trasporti, che assicura un livello tariffario orientato al costo, ed esclude la possibilità di potenziali extra-ricavi in caso di ritardata attuazione degli investimenti", dice Giovannini. Che di fatto mette la parola fine ai maxi dividendi e ai guadagni fuori mercato assicurati ai gestori, a fronte di una situazione di mancati investimenti sul fronte manutenzione e sicurezza.
Attualmente e' in corso l'aggiornamento di atti convenzionali per 15 società concessionarie, che mira a ristabilire certezza nei rapporti e ad attivare da subito rilevanti investimenti sulla rete autostradale stimati in 1,5 miliardi di euro.
Il fatto è che queste convenzioni rischiano di apparire vessatorie ai vari concessionari, che per un ventennio hanno goduto di condizioni decisamente più favorevoli. Tra le sanzioni previste, l'ipotesi di una risoluzione automatica del rapporto nel caso di reiterate violazioni.
LE MANUTENZIONI
Altra questione cruciale riguarda le manutenzioni. Sempre secondo Giovannini, "le attività di verifica straordinarie e programmate da questo ministero e le attività ispettive seguite dai gestori sulla base delle procedure definite hanno evidenziato un elevato stato di obsolescenza delle infrastrutture, connesso sia all'elevato tempo intercorso dalla realizzazione delle stesse, ascrivibili agli anni 60-70, che al progressivo incremento della domanda e al consequenziale stato di usura". Insomma, viaggiamo su nastri di asfalto che cadono a pezzi. Ce ne accorgiamo ogniqualvolta incontriamo un cantiere, un viadotto su cui si viaggia a corsie alternate su carreggiata unica.
Dal loro punto di vista i concessionari sostengono di essere costretti a eseguire le manutenzioni in quanto "indifferibili" e che, se non le eseguono, sono passibili di sanzioni da parte del Ministero. D'altro canto i ritardi accumulati nelle manutenzioni sono da imputare ai concessionari stessi. La soluzione che Giovannini ritiene migliore e di esempio per altri concessionari è quella adottata da Aspi, che riduce in automatico i pedaggi sulle tratte colpite dai maggiori disagi.
E I PEDAGGI?
La questione più scottante - e quindi quella su cui lo stesso ministro non si è ancora pronunciato - riguarda i pedaggi. Di fatto, come molti esperti del settore sottolineano, il pedaggio è una tassa di scopo: serve a ripagare il concessionario dei lavori. Ma, com'è già noto, l'ìnvestimento sostenuto è già stato ampiamente ripagato da anni, e quindi assume oggi la connotazione di balzello, di gabella di passaggio. E poi bisogna tenere conto che chi viaggia è già tassato sufficientemente (ad esempio, sottoforma del pagamento di tasse e accise sui carburanti), senza necessità di ulteriori esborsi.
Abbiamo interpellato Giorgio Ragazzi, docente di scienza delle finanze e massimo esperto italiano di concessioni autostradali, per chiarirci la situazione. "Col passaggio di Autostrade a CDP non cambierà nulla nel sistema della tariffazione a pedaggio. Anzi, si andrà incontro a un nuovo giro di aumenti, anche per far fronte a tutta la manutenzione non fatta durante la gestione Atlantia".
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