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Attualità

Gli incidenti stradali raddoppieranno. Il motivo? Siamo sempre più vecchi

Marco Gentili
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Gli incidenti stradali raddoppieranno. Il motivo? Siamo sempre più vecchi
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L'indagine della Fondazione Unipolis sulla sicurezza stradale: l'invecchiamento della popolazione e la sua concentrazione nelle aree urbane porterà a un incremento del 100% dei sinistri entro il 2060

Nel 2060, per le due fasce d’età 65 -79 anni e 80 anni e oltre è previsto un aumento sia nei numeri assoluti sia nelle percentuali di incidenza sul totale delle vittime e dei feriti. Se il trend sopra descritto sarà confermato, l’Italia non riuscirà a raggiungere l’obiettivo di dimezzamento della mortalità da incidenti stradali né nel 2030 né nel 2050 e, addirittura, le proiezioni al 2060 prevedono un aumento delle vittime della strada over 65. In un contesto futuro caratterizzato dall’aumento della vita media, da città abitate da quasi la metà della popolazione mondiale, da aree urbane in cui si verificano i tre quarti degli incidenti stradali e quindi di una conseguente maggior presenza di anziani su strade e marciapiedi, va dunque ripensata l’organizzazione degli spazi nei centri urbani. E' quanto emerge, in estrema sintesi, dalla ricerca "Cambiamo strade, cambiamo futuro” realizzata da Unipolis, la fondazione d’impresa del Gruppo Unipol.  

PREVISIONI FONDATE

Non si tratta, si badi bene, di previsioni pessimistiche buone solo per qualche speculazione giornalistica con titoli ad effetto, ma di una proiezione strutturata e pensata sulla base dei dati attuali. In Italia, dal 2001 al 2010, i morti sono passati da 7.096 a 4.114 (-42,4%) e i feriti da 373.286 a 304.720 (-18,9%). Un trend positivo che è proseguito nell’ultimo decennio: in Italia si è registrato un calo dei morti rispetto al 2010 del 23%, più alto del valore medio europeo (-22%). Infatti, oggi l’insicurezza stradale - e l’oggettivo non raggiungimento degli obiettivi delle strategie nazionali ed europee che dal 2001 ad oggi si sono succedute - colpisce la società italiana polarizzando il maggior numero delle vittime fra i giovani e gli anziani. Se si proiettano gli attuali dati sulla mortalità stradale fino ai prossimi quaranta anni e si confrontano gli stessi con le tendenze demografiche emerge uno scenario in cui i morti in incidenti con più di 65 anni aumenteranno del 50%, con punte particolarmente elevate fra le persone di 80 anni e oltre che avranno percentuali raddoppiate. E' evidente che la cosa riguarda da vicino i motociclisti da un duplice punto di vista. Il primo è quello di utenti deboli della strada. Il secondo è quello di futuri anziani. Attualmente l'età media del biker italiano oscilla tra i 45 e i 50 anni ma, complice un incremento della qualità della vita e della durata della vita media, è assai probabile che l'età utile per poter andare in moto si innalzerà nei prossimi anni. E, volenti o nolenti, anche se ci si sente giovani nello spirito, col passare degli anni i riflessi calano.  
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