L’elettricista francese nel 1993 rimase bloccato nel deserto dopo un incidente. Ma non si perse d’animo e, coi pochi pezzi rimasti, assemblò un veicolo di fortuna e si salvò la vita
Emile Leray è un eroe. Si è salvato la vita da solo, riuscendo a ribaltare un destino che sembrava ineluttabile. Con tutta probabilità sarebbe morto nel deserto, cercando di raggiungere a piedi il più vicino centro abitato da esseri umani. Invece ha trasformato un’auto in una moto. Ed è diventato un’icona.
LA STORIA
Leray è un elettricista francese appassionato di Africa. Il deserto, per lui, è sempre stato una forte tentazione. Tant’è che, nel 1993, decide di attraversarlo in solitaria a bordo di una Citroen 2CV. La Due Cavalli, nella sua ottica, era una vettura abbastanza semplice e resistente da superare il caldo e le dune. Così la attrezza di tutto punto, fa una cospicua scorta di provviste e parte. In fondo, per lui, non era la prima volta. Lascia così Tan Tan e si avventura in quella terra di nessuno che è il Sahara Occidentale.
LA ROTTURA
La 2CV, però, non è concepita per fronteggiare le insidie e gli imprevisti del deserto. Che puntualmente si manifestano: Leray prende una roccia in pieno, il semiasse dell’auto va fuori uso, la Citroen è da buttare.
Siamo nel 1993, non ci sono gli smartphone. E in quella zona dimenticata da tutti Leray si trova solo, con una carcassa di metallo e poco tempo a disposizione. Può tornare a piedi verso il sud del Marocco, sperando di sopravvivere alle temperature micidiali del deserto, ma capisce subito che si tratta di un’impresa disperata. Allora sfrutta quello che sa fare meglio, mette insieme le sue competenze da elettricista e decide di assemblare un veicolo di fortuna con quel che resta della 2CV.
LA MOTO-AUTO
Leray riesce, con molto ingegno, a mettere insieme alla meglio una parte del telaio della 2CV e due ruote. Davanti, senza nessun sistema di ammortizzazione, posiziona una ruota con un rudimentale sistema di sterzo, al centro mette il motore col cambio e la batteria. La trazione è posteriore. Leray riesce anche a improvvisare una specie di sellino. Un accrocchio tanto brutto e difficile da guidare, quanto funzionante. L’elettricista francese così inizia un tortuoso viaggio alla volta del Marocco meridionale sul suo mezzo di fortuna e riesce, nonostante un terreno non facile, a intercettare una pattuglia della polizia di frontiera, che lo riportò alla civiltà.
Leray è stato anche multato per aver condotto un mezzo non idoneo alla circolazione, ma da allora ha una storia da romanzo da raccontare.
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