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TRIUMPH: sempre più in alto!

Pino  Mottola
di Pino Mottola il 24/05/2021 in Attualità
TRIUMPH: sempre più in alto!
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Abbiamo fatto il punto con Andrea Buzzoni – numero uno di Triumph Italia – sullo stato di salute del marchio inglese (molto buono), sulle ambizioni presenti e future (importanti) e sulle prossime novità (tante, di peso e in differenti settori)

La presentazione delle Triumph Bonneville 2021 (GUARDA QUI LA PROVA), svolta pochi giorni fa lungo le magnifiche strade dei vini tra la Franciacorta e la Valpolicella, è stata anche l’occasione per fare il punto sullo stato di salute della Casa inglese dopo il lancio di alcuni modelli di successo come la Tiger 900 e la Trident 660. Il punto lo abbiamo fatto con Andrea Buzzoni, amministratore delegato e direttore generale di Triumph Motorcycles Italia, uomo che da decenni ricopre ruoli chiave del mondo moto in aziende di grande rilevanza come BMW, Ducati e Triumph appunto. E con lui andiamo subito al dunque.
 

TRIUMPH: sempre più in alto!
Andrea Buzzoni - Direttore Generale e AD Triumph Italia (Ph: M. Mannoni)

Andrea, il 2021 per il settore moto è un anno pazzesco: c’è un sacco di richiesta da parte dei clienti finali ma, in tanti casi, mancano le moto. Come è la situazione in Triumph?
“Anche noi non stiamo riuscendo a soddisfare tutte le richieste che abbiamo. Ovviamente i problemi che hanno generato questa mancanza di prodotto rispetto alla domanda sono quelli di tutti, a partire dalla mancanza di alcuni componenti. E poi c’è il fattore delle pianificazioni: è naturale che quando c’è una crisi pandemica di cui non si conoscono i contorni tutte le case facciano dei cambiamenti nella pianificazione della produzione. È normale. E poi la moto è un prodotto complicato, ha un sacco di componenti e fornitori e ogni scelta di pianificazione ha un impatto temporale di 6/8 mesi, almeno: questo è il meccanismo che ha portato, e non solo nelle moto, a quella che è la situazione attuale, in cui abbiamo un mercato che almeno a fine aprile, a partire da gennaio, è stato più determinato dall’offerta che dalla domanda, domanda che era molto forte. Credo che con maggio e giugno la situazione andrà a migliorare, stabilizzandosi verso l’autunno. Tuttavia, c’è una buona notizia in questo: la moto, con i suoi valori, è stato un bene di comfort psicologico estremamente ricercato nell’era della pandemia. Qualcuno parla anche di una motivazione tecnica legata al distanziamento sociale, ma non credo sia la spiegazione più grande”.

Lo “shortage” di prodotto c’è stato per tutta la gamma Triumph o ci sono stati dei modelli che hanno sofferto più altri?
“Credo di poter stimare che abbiamo sofferto un po’ meno degli altri, quindi con una disponibilità di moto superiore alla media, ma tuttavia inferiore a quella che i motociclisti ci hanno manifestato. Con le modern classic abbiamo sofferto un po’ di più perché l’Euro5 è arrivato a partire da fine marzo: la nostra rete di conseguenza è rimasta, tra dicembre e aprile, scarica di gamma classic, gamma che ha sempre rappresentato nella storia di breve/medio periodo il 40-45% delle nostre vendite. Dalla riapertura di maggio 2020 siamo a un +12/13 % (rispetto al 2019): stiamo quindi crescendo e guadagnando quote di mercato, ma non lo stiamo facendo come lo abbiamo sempre fatto, cioè con le classic, ma con le enduro e le naked”.

Quale è la classifica di vendita di casa Triumph?
“La Tiger 900 è la più venduta, poi Street Triple e poi Trident 660… la cosa strana è che non si è mai visto un podio Triumph senza una modern classic”.

Quindi la Trident 660 è stata ed è quel successo che ci si aspettava?
“Sì, ma anche la Tiger 900, oltre alla Street Triple”.

Quindi il 2021, se fossero state disponibili da subito le modern classic, sarebbe potuto essere “l’anno perfetto” per Triumph?
“Sì. Noi non abbiamo l’anno solare perché il nostro anno finisce a giugno, ma riferendomi quindi al periodo 1 luglio 2020/30 giugno 2021 penso che chiuderemo l’anno con una crescita ampiamente a doppia cifra. Se avessimo avuto una piena disponibilità di prodotto, soprattutto modern classic, avremmo potuto chiudere al +30% rispetto al fiscal year 2019”.

non ci sono conferme da "mano sul fuoco", ma è ormai chiaro come le prossime novità triumph saranno una tiger 1200, che prosegue così il filone di rinnovamento nel segmento adventure iniziato con la tiger 900, e una crossover compatta nata sulla base della Trident 660, una rivale della yamaha Tracer 7 per capirci. Non mancherà, poi, una discesa in campo nel segmento delle cilindrate medio/piccole.

Pino Mottola
TRIUMPH: sempre più in alto!
Le nuove Triumph Bonneville T100 e Street Twin model year 2021

Senza dubbio nell’ultimo anno e mezzo c’è stata una bella potenza di fuoco da parte di Triumph a livello di prodotto. Ti chiedo: quale è il prossimo segmento in cui bisognerà inserirsi in maniera decisa?
“A breve avremo due ambiti che andremo a sviluppare con una certa forza. Andiamo a rinforzare la nostra presenza nel mondo dell’adventure, e prima di EICMA vedremo di cosa si tratta. L’altra grande opportunità che abbiamo è il motore 660: ci sarà una declinazione per questo motore in un segmento importante e strategico in Italia; questo è quello che vedremo nel breve. Però, per guardare a un orizzonte temporale un po’ più lungo faccio prima un ragionamento a livello mondiale: non tutti sanno, specialmente in Italia, che Triumph è il sesto costruttore mondiale per volumi, con l’ultimo record di 62mila pezzi; bene, quest’anno ci sarà un nuovo record, perché supereremo abbondantemente le 70mila moto. E questo è il frutto dello sviluppo della gamma che si è visto fino ad ora. In più ci sono quelle novità di breve periodo che ho appena menzionato, ma entro il 2024 ci saranno entrate di Triumph in segmenti mai visti prima, anche inaspettati. C’è l’ambizione di diventare uno dei top five mondiale tra i costruttori di moto, ambizione sostanziata da un piano gamma ben ponderato”.

Quando dici che ci sarà un ampliamento del segmento adventure vuol dire che dobbiamo aspettarci la nuova Tiger 1200?
“Lo hai detto tu!”.

Ok, io penso che sarà così. Mentre la declinazione della 660, se si osserva anche ciò che offre il mercato, potrebbe essere una crossover in stile Yamaha Tracer 7?
“Sì, potrebbe essere una crossover. Però anche questo lo hai detto tu!”.

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Andrea Buzzoni - Direttore Generale e AD Triumph Italia (Ph: M. Mannoni)

Quindi all’headquarter di Hinckley, visti i numeri, sono contenti dell’Italia?
“Sì, anche se io credo che abbiamo ancora un pezzo di strada da fare per chiudere il gap tra il potenziale e il reale. Io penso che Triumph per qualità del prodotto, estensione della gamma e bellezza del suo brand e dei suoi valori, per una serie di circostanze storiche in Italia non sia rappresentata nei numeri come dovrebbe. Lo so che un manager è tifoso della propria gamma, però questo è un dato oggettivo, perché basta vedere la quota di mercato in Italia e la quota di mercato in Europa. Oggi in Italia abbiamo una quota che è attorno al 6,5%, mentre la media europea è all’8%”.

E come te le spieghi?
“Qui concorrono tanti fattori, che non sono solo quelli dello sviluppo della gamma, per esempio. Uno di questi è lo sviluppo della rete vendita, in termini quantitativi, quantitativi, di penetrazione commerciale e di servizi offerti al cliente. Su questo fronte abbiamo lanciato recentemente tante iniziative, come quella del digital store, ma abbiamo lavorato tanto sulla crescita sia quantitativa che qualitativa dei nostri concessionari”.

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Il nuovo fianchetto della Triumph Street Twin

Nel breve periodo si apriranno 11 nuovi concessionari Triumph in Italia. Significa una crescita importante…
“Noi quest’anno chiudiamo il 2021 con 45 concessionari, e non siamo lontani dal numero ideale, numero che è in funzione del geo marketing e dei volumi che pensi di fare. A tendere arriveremo, al massimo, a 50 concessionari”.

Geograficamente Triumph come si posiziona?
“Se pensi che in Italia abbiamo il 6,5% di quota di mercato, in una regione, il Veneto, la quota di mercato sale al 12%: cioè in Veneto abbiamo il doppio della quota di mercato che abbiamo in Italia e il merito è di un tessuto imprenditoriale di grande qualità che, chiaramente, ci ispira a replicarlo in tutta Italia”.

Andrea, ultima domanda: come ti aspetti che chiuderà il mercato moto quest’anno in Italia?
“Rispetto al 2019 penso che chiuderà sicuramente con un segno positivo, ma non penso a doppia cifra. Però questo è un mercato molto cristallizzato, non puoi avere esplosioni pazzesche. Anche se in alcuni mesi dello scorso anno, dopo la riapertura, ci sono stati dei rimbalzi importanti”.

È indubbio come una crescita più poderosa avrebbe bisogno di una generazione di nuovi giovani motociclisti, una categoria – anche questa – che a Hinckley hanno già messo nel mirino. Insomma, carne al fuoco ce n'è tanta: non ci resta che attendere i prossimi passi della Casa inglese.

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Il serbatoio della Triumph Trident 660, una naked capace di ritagliarsi uno spazio tutto suo tra le "nude"
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