Attualità
Perché il Telepass non ha concorrenti?
Il mancato rispetto di una norma comunitaria ha di fatto creato una situazione di monopolio. Che è destinata a finire presto
Noi motociclisti non amiamo molto andare in autostrada. Però ci sono alcuni che magari la usano spesso, e magari si sono chiesti per quale motivo in Italia non esiste una reale concorrenza nel settore del telepedaggio. Insomma, perché non posso scegliere altro mezzo oltre al Telepass?
LA STORIA IN BREVE
Nato negli ultimi anni della gestione statale da parte della Società Autostrade, il Telepass nasce per rendere più comodi i metodi di pagamento e non impattare sul traffico veicolare. A oggi è anche l’unico metodo per poter beneficiare degli sconti previsti sul pedaggio concessi – in deroga annuale – alle moto. Negli anni Telepass è diventata una società a sé stante nella galassia di Atlantia, ossia la capogruppo di Autostrade per l’Italia. La stessa Atlantia, nelle scorse settimane, ha annunciato la cessione del 49% del capitale di Telepass al gestore globale di private equity Partners Group per 1 miliardo di euro. Di fatto, la crescita di Telepass (è andata di pari passo con la situazione di oligopolio che vige da 20 anni sulle nostre autostrade.
MONOPOLIO IMMOTIVATO
In questi giorni però la Commissione Europea ha mandato lettere di messa in mora, primo stadio della procedura di infrazione, all'Italia e all'Ungheria, perché hanno mancato all'obbligo, previsto dal diritto Ue, di aprire i rispettivi mercati a fornitori esteri del servizio di telepedaggio.
Le regole europee svolgono un ruolo chiave nella creazione di un mercato comune in Europa per questi servizi, come pure per arrivare all'interoperabilità del servizio per gli utenti. Roma e Budapest hanno due mesi per rispondere; in assenza di risposte soddisfacenti, la Commissione potrebbe inviare un parere motivato, il secondo stadio della procedura.
RIVALI ALL’ORIZZONTE
Il comportamento della Commissione Europea è legato al fatto che, oltre a Telepass, ci sono altri gruppi concorrenti pronti a sbarcare in Italia, approfittando proprio delle regole del mercato comune. Il gruppo tedesco Dkv, come hanno riportato diversi media, sta sperimentando un dispositivo che dovrebbe consentirgli di arrivare sul mercato italiano nel 2021.
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