Attualità
Autovelox: omologazione e approvazione sono la stessa cosa
Lo afferma con forza il Ministero dei trasporti in un suo recente parere. Cercando così di mettere fine ai continui ricorsi delle persone che vengono multate
E' sul sottile crinale linguistico tra "omologato" e "approvato" che si giocano decine di migliaia di ricorsi, rivolti al Giudice di Pace oppure al Prefetto, da parte degli utenti della strada colti a superare un limite di velocità da un autovelox. Ma da cosa nasce questa "zona grigia"? In primo luogo, dall'approssimazione con la quale il legistatore ha usato i due termini a volte some sinonimi, a volte in contrapposizione. E con l'uso del termine "ovvero" che si presta a una lettura ambigua.
Infatti l’articolo 142 del codice della strada parla di “apparecchiature debitamente omologate” (e quindi sottoposte a un procedimento di certificazione iniziale e revisione periodica a cura di un ente terzo), mentre l’articolo 345 del regolamento di esecuzione afferma l'opposto, ossia che “le singole apparecchiature devono essere approvate dal Ministero”. Pertanto, secondo questa lettura, basta la bollinatura del Ministero dei trasporti per autorizzare l'uso di un dispositivo. A complicare le cose, l’articolo 201 del Codice parla di “dispositivi o apparecchiature che sono stati omologati ovvero approvati, mentre la direttiva Minniti firmata nel 2017 dall'allora ministro dell'Interno parla sempre di apparecchiature “omologate o approvate”.
In questo quadro, molti Giudici di Pace intervengono, ora in un senso ora nell'altro, ricorrendo talvolta a un articolo oppure a un altro del Codice, per invalidare sanzioni.