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Attualità

Il futuro della moto elettrica? Lo deciderà chi ha lo standard migliore

Marco Gentili
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E per il momento sono i giapponesi che stanno adottando la politica industriale più efficace. L’Europa invece insegue

Dopo alcuni progetti pilota (come quelli svolti a Taiwan), è chiaro a tutti che il futuro dello sviluppo delle due ruote elettriche per gli spostamenti di medio e lungo raggio passa dal battery swap, ossia dalla possibilità di sostituire le batterie esaurite con quelle cariche nelle apposite stazioni.  

L’ESPERIENZA GIAPPONESE

Ma il passaggio cruciale che sta a monte è quello dell’adozione di uno standard unico per la costruzione delle batterie. Si tratta di una decisione di politica industriale, che va presa di concerto e senza guardare al “particolare” della propria azienda. È proprio quello che stanno facendo in Giappone. Là i big four dell’industria delle due ruote (Honda, Yamaha, Suzuki e Kawasaki), in collaborazione con l’università di Osaka, stanno proprio lavorando in questo senso: hanno dato vita a un consorzio che si pone proprio l’obiettivo di creare delle batterie uniche per tutti, e uno standard per la ricarica. Una dimostrazione di forza e lungimiranza che non è comparabile con nessuna esperienza in corso. Forse l’unico mercato che sta mostrando una sensibilità spiccata nei confronti della conversione all’elettrico è quello indiano: là il governo ha stanziato miliardi di rupie per convertire entro il 2025 il parco veicoli a due e tre ruote all’elettrico. E, sebbene la creazione di uno standard unico non sia in testa alle priorità, è sicuramente all’ordine del giorno.  

EUROPA IN ORDINE SPARSO

E in Europa? Come al solito, procediamo in ordine sparso, e senza una reale visione di lungo periodo nei confronti della propulsione elettrica, almeno per quello che riguarda le moto. Se analizziamo il comportamento dei maggiori costruttori del vecchio continente, osserviamo come il loro atteggiamento sia piuttosto attendista, e la loro reale volontà di fare fronte comune sia davvero pari allo zero. Una presa di posizione che, in futuro, potremo pagare molto cara: se lo standard nipponico dovesse imporsi a livello mondiale, per restare al passo col mercato non potremo fare altro che adottarlo anche in Europa.  
Il futuro della moto elettrica? Lo deciderà chi ha lo standard migliore
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