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Attualità

Panatta, il lato motociclistico del mito del tennis

Marco Gentili
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Panatta, il lato motociclistico del mito del tennis
Panatta, il lato motociclistico del mito del tennis
Panatta, il lato motociclistico del mito del tennis

Il più grande interprete che il nostro Paese abbia mai espresso nel tennis compie 70 anni. Una storia, la sua, che è fatta anche di moto

Sebbene nel ranking mondiale non sia mai stato il numero uno assoluto e non abbia vinto tantissimi tornei di rilievo mondiale come singolarista (fatta eccezione per il Roland Garros e il Foro Italico nel 1976) Adriano Panatta è il tennis italiano fatto persona. E non solo perché faceva parte di quella squadra che ha regalato al nostro Paese l’unica Coppa Davis della sua storia. Un talento naturale, uno sportivo d’altri tempi, una persona che ha sempre detto pane al pane e vino al vino. Un personaggio carismatico già quando era in attività. E quelli erano anni nei quali il mondo dello sport ancora non era star system.  

TRA TENNIS E MOTO

Adriano Panatta oggi compie 70 anni. Il compleanno di un mito assoluto, il cui nome sopravvive al passare delle generazioni. E che, nella sua carriera, ha avuto un lungo e intenso rapporto col mondo dei motori (e in particolare delle moto) come ha confessato in una bellissima intervista uscita su La Stampa, nella quale ha ripercorso la sua carriera. “Negli Anni '60 ci trasferimmo all'Eur. Moderno, bellissimo, però ogni giorno dovevo farmi 20 chilometri in bici per andare a giocare al Parioli. Belli i sette colli, ma se devi pedalare… Poi mio padre mi comprò il Velosolex e mi sentivo il re del mondo. Giravo con il sole, la pioggia, i giornali sotto la maglietta per proteggermi dal vento”. La prima moto? “Tormentai mio padre perché volevo un Mondial 50, che costava quasi quanto un suo stipendio. Aveva quattro soldi in banca, e risparmiava per farci fare le vacanze – evidentemente non ho preso da lui… – ma me lo comprò. Una cosa che mi ha segnato per sempre”. Meglio il tennis o i motori? “Il tennista l'ho fatto per 15 anni, il motonauta per 25, con due record del mondo di velocità e un mondiale endurance. Ho corso anche in macchina, fatto i raid nel deserto”. Ma che Panatta avesse le idee chiare dal punto di vista delle due ruote, emerge chiaramente da una frase: “Al Circolo Parioli dissi: continuo a giocare per voi ma in regalo voglio la Gilera 125: avevo compiuto 16 anni”. E quella moto, ovviamente, venne subito acquistata.  
Panatta, il lato motociclistico del mito del tennis
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