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Attualità

Best of 2019: le 10 cose da non dimenticare

Marco Gentili
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Ripercorriamo assieme i 12 mesi che ci siamo lasciati alle spalle: cosa resterà di questo 2019?

Lorenzo e Melandri, due addii epocali
Quando si ritira uno sportivo che ha segnato un’epoca, spesso ci si sente tutti più vecchi. Adesso che Marco Melandri e Jorge Lorenzo hanno annunciato, a distanza di pochi mesi, l’addio alle corse, la Superbike e la MotoGP perdono, oltre che due protagonisti e piloti di prima classe, due personaggi a tutto tondo. Un’idea di motociclismo romantico che se ne va.
Dalla Porta e Ferrari: Forza Italia!
Attenzione: questo non è un messaggio politico, ma uno slogan facile facile. Perché se la stella stagionata di Valentino Rossi sembra avviata verso un onorevole tramonto, il motociclismo tricolore trova ottimi motivi per gioire. Il primo è il pratese Lorenzo Dalla Porta, primo vincitore italiano nella storia della Moto3; il secondo si chiama Matteo Ferrari e ci ha regalato il primo titolo della MotoE. Il futuro sarà radioso? Lo scopriremo solo vivendo.
Un EICMA da record
Il Salone della moto di Milano, lo scorso novembre, ha fatto registrare un record assoluto di presenze: sono state 800mila quelle dichiarate. In pratica è come se una città delle dimensioni di Torino avesse invaso gli spazi di Fiera Milano. Al di là delle cifre, comunque, la manifestazione si conferma sempre di più leader di settore. E un orgoglio per il nostro Paese.
Nolan va ai francesi
Nonostante un mercato in splendida salute, però, le imprese italiane continuano a soffrire di nanismo. Tant’è che per crescere diventano facilmente preda di investitori esteri. È successo anni fa a Dainese, ed è accaduto nel 2019 a Nolan, orgoglio bergamasco e maggior produttore europeo di caschi, che è stato acquistato dal fondo di investimento francese 2R Holding (che controlla anche Shark). Non è un addio all’Italia, ma un segnale che dovrebbe preoccupare Confindustria.
La guerra di ANCMA
Confindustria che è sembrata decisamente più impegnata a fare la guerra ai soci di ANCMA. I quali, invece di soccombere al sistema associativo, si sono ribellati. La loro richiesta di ordine e democrazia interna è sfociata in una lunga battaglia legale che ha portato la quasi totalità dei soci a eleggere Paolo Magri alla presidenza. A lui l’arduo compito di rilanciare l’associazione dei costruttori e di “fare pace” con l’associazione degli industriali.
Guardrail, una norma che non risolve il problema
L’anno che stiamo per salutare ha portato anche una norma lungamente attesa come quella che disciplina l’installazione dei guardrail salvamotociclisti. Un provvedimento di civiltà e sicurezza per tutti, la cui attuazione è però complicata e difficile da mettere in pratica. Insomma, si è fatto un passo avanti e subito uno indietro.
I capi certificati
Sempre in tema sicurezza, il 2019 ci ha regalato l’obbligo da parte delle Case di mettere in commercio solo abbigliamento da moto certificato. Un sistema che ne garantisce la qualità e stabilisce in modo univoco il livello di protezione di quel che ci mettiamo addosso. Perché la pelle, come sappiamo, è una.
Addio Euro4
È durato solo 4 anni e non sappiamo dire se ci mancherà. Fatto sta che la normativa antinquinamento Euro4 va in pensione, sostituita dal 1 gennaio 2020 dall’Euro5: si tratta di una specie di arma definitiva contro le emissioni inquinanti. Difficile fare di meglio: un futuro verso le moto alimentate ad aria?
Monopattino, croce e delizia
Un po’ quello che è successo coi monopattini, autentico fenomeno di costume dell’anno appena trascorso: per disciplinare la diffusione della micromobilità si è fatto un decreto che ne delimitasse il perimetro nella sperimentazione (ad esempio vietandone la circolazione in strada, sui marciapiedi o sulle piste ciclabili). Poi, nella Legge di bilancio, un emendamento lo sconfessa, equiparandoli alle biciclette. Insomma, siamo passati da avere zero regole ad averne troppe. E schizofreniche.
Ancora troppi morti
Se c’è una cosa che non ci portiamo volentieri dietro, è la pesante eredità in termini di vittime che ci ha lasciato l’estate del 2019. Calano gli incidenti, lo dice anche l’Istat, ma in moto si torna a morire sempre di più. Inutile nascondere la testa sotto la sabbia (anche perché non lo fanno nemmeno gli struzzi, è una leggenda metropolitana): bisogna fare di più in termini di manutenzione infrastrutturale ed educazione stradale.

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