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Attualità

ANCMA batte Confindustria in tribunale

Marco Gentili
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ANCMA batte Confindustria in tribunale

La fase di transizione nella vita dell'associazione sta per giungere al termine. Chiave di volta sarà il pronunciamento del tribunale che dovrà convocare l'assemblea di EICMA

Il periodo di transizione di ANCMA verso un ritorno alla normalità è quasi del tutto completato. Le liste di proscrizione delle aziende infedeli non sono più affisse sulla porta degli uffici, l’attività associativa (che pure ha risentito di un periodo di “bassa”) sta riprendendo quota. Intanto il nuovo presidente eletto dai soci, Paolo Magri, continua con la politica del basso profilo in attesa che la vicenda giudiziaria (che vede l’associazione opposta a Confindustria) si ricomponga. Ma al di là della sua prudenza - che è la cifra del nuovo presidente - la situazione ha già preso una piega molto chiara.   
Il presidente di ANCMA Paolo Magri

ANCMA BATTE CONFINDUSTRIA IN TRIBUNALE

Dopo l’assemblea del 29 ottobre e il reintegro del direttore generale Pierfrancesco Caliari (di cui è stata dichiarata la nullità del licenziamento) infatti, ANCMA ha messo a segno alcune vittorie importanti nelle aule di tribunale. La più rilevante è quella con la quale il giudice ha respinto il tentativo di Confindustria di chiedere la nomina di un curatore dell’associazione (condannandola anche a pagare le spese legali per la temerarietà della lite), riconoscendo quindi Magri come legale rappresentante della associazione.  A questo punto l'estremo tentativo di Confindustria per tentare di disarcionare il neopresidente è quello messo in piedi da cinque medie e piccolissime aziende (su oltre 160 che compongono l’associazione) che hanno scritto a Magri per impugnare la validità dell’assemblea che lo ha eletto. Fatto che potrebbe dare vita a un lungo (e con buona probabilità inconcludente) procedimento civile, ma dall’altro non cambia lo stato dell’arte.  
Il pubblico affolla l'edizione 2019 di EICMA

EICMA VERSO L’ANNO ZERO

A questo punto l’interesse si sposta su EICMA, la società che organizza il Salone della moto. Il presidente di ANCMA, in quanto socio unico, ha infatti il potere di far decadere il consiglio di amministrazione e il suo presidente Andrea Dell’Orto. Il problema è che EICMA non riconosce l'attuale assetto sociale di ANCMA e si rifiuta di convocare un'assemblea. Per averla, così come avvenuto con ANCMA, Paolo Magri ha fatto ricorso al tribunale delle società. Ed è ovvio che, in caso di risposta affermativa (e quindi, di convocazione d'ufficio dell'assemblea) l'attuale cda avrà i giorni contati. Cda che, nel frattempo, sta perdendo pezzi, dopo che Gianluca Vignaroli (Ducati) si è dimesso.  È infatti scontato che, in un’ottica di discontinuità, il primo atto formale di Magri sarà quello di azzerare tutte le cariche e mettere ordine anche in EICMA, ormai sempre più fuori controllo: più nel dettaglio, la società che organizza il Salone della moto, nelle ultime settimane, ha compiuto operazioni immobiliari (come la vendita dell'immobile milanese di via Macchi) senza renderne conto al socio unico.  
ANCMA batte Confindustria in tribunale
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