Attualità
Sicurezza stradale: il convegno dedicato ai motociclisti
Guardrail salvamotociclisti ma non solo: infrastrutture, incidenti, impatti con le auto, leggi da rivedere. Un convegno internazionale fa il punto della situazione con un occhio di riguardo per gli utenti delle due ruote. Ecco com'è andata
Si parla di sicurezza stradale delle due ruote, e il pensiero va immediatamente alla questione dei guardrail per motociclisti (che, in virtù della pubblicazione del decreto ministeriale dello scorso aprile, sono l’argomento di maggiore attualità). Ma non ci sono solo i DSM, nel convegno organizzato da Aisico (una delle più importanti società in Europa nel test dei guardrail) a Pereto, in Abruzzo. Perché il concetto di sicurezza rientra in una visione più ampia di un problema mai come oggi così sentito.
UN PROBLEMA COMPLESSO
Parlare di sicurezza stradale implica infatti affrontare la questione delle infrastrutture e delle fatalità che occorrono ai motociclisti. Che sono interessati da un tasso di incidentalità 10 volte superiore a quella degli occupanti di una vettura. “Si parla di concause di incidente, non di singola causa – ha detto Giuseppe Cantisani, professore alla Sapienza di Roma – perché circa un terzo degli incidenti avviene per fuoriuscita dalla sede stradale (si tratta della seconda causa di incidentalità tra i motociclisti; ndr), e la stessa quota vede la compartecipazione dell’infrastruttura, spesso progettata senza tenere conto delle più elementari normative di sicurezza”. I DSM salvamotociclisti (in occasione del convegno sono stati testati quelli dell'azienda spagnola Asebal) da soli quindi servono a poco, se non si presta attenzione anche alla cultura della protezione individuale e all’educazione stradale. Del resto esiste una direttiva europea per il monitoraggio e le ispezioni delle strade, che l’Italia ha recapito con un decreto legislativo (il 35/2011) rimasto poi inattuato.
Sopra: il crash test avvenuto nel test center di Aisico usando una barriera prodotta dall'azienda spagnola Asebal