Attualità
Il bilancio di Toninelli: un buon ministro per le moto
Ora che il rimpasto di governo mescola le carte dei ministeri, arriva il momento di tracciare il bilancio dell’attività di questi 15 mesi. Che non può che essere positivo. Ecco perché
Lasciamo stare la strepitosa imitazione fatta da Maurizio Crozza e certe uscite impavide, che gli hanno fatto guadagnare una fama immeritata di gaffeur. Per quello che riguarda il mondo delle moto, nessuno può contestare che l’attività ministeriale di Danilo Toninelli sia stata per lo meno molto dinamica e attenta al settore. Con questo non vogliamo dare una valutazione politica, ma attenerci ai fatti, che sono incontrovertibili.
Codice della strada
Dal momento del suo insediamento – grazie anche alla notevole attività delle commissioni parlamentari – è stato riavviato l’iter per riscrivere il Codice della Strada. Al cui interno sono stati inseriti provvedimenti lungamente attesi dai motociclisti, come quello che disciplina la circolazione delle moto elettriche in autostrada e soprattutto quello che permette ai 125 cc di circolare su autostrade e tangenziali.
Incentivi
Inoltre non possiamo dimenticare lo stanziamento di 10 milioni di euro per il 2019 finalizzati alla rottamazione di ciclomotori e motoveicoli da Euro0 a Euro3, provvedimento atteso da anni e finalizzato a rinnovare il parco circolante con veicoli elettrici.
Guardrail salvamotociclisti
A questo si aggiunga anche la firma del decreto ministeriale, lo scorso maggio, del decreto che obbliga all’installazione dei guardrail DSM, ossia i dispositivi salvamotociclisti. Un provvedimento che da anni giaceva a prendere polvere nei cassetti del ministero e che è finalmente diventato realtà. A ben vedere si tratta di un decreto che lascia perplessi per la sua reale applicabilità, ma resta senza ombra di dubbio una valida base di partenza, senza dubbio meglio del nulla normativo visto in precedenza.
Sicurezza stradale e autostrade
Sul fronte delle autostrade, la tragedia del ponte Morandi ha provocato infine un’accelerazione sul fronte della revisione dei regimi tariffari, a vantaggio del consumatore finale. Un percorso che si annuncia lungo e tortuoso, perché si tratta di scalfire i privilegi acquisiti nel corso degli anni dai concessionari stradali, una delle lobby più potenti d’Italia (come avevamo denunciato nella nostra inchiesta).
Pedaggio dimezzato per le moto
Difficile, se non impossibile, ottenere una riduzione strutturale del pedaggio per i motocicli. Come aveva dichiarato lo stesso Toninelli a Dueruote nel corso di un’intervista lo scorso dicembre:
“Attualmente viene previsto solo uno sconto perché il sistema di pagamento del pedaggio non distingue, nelle piste automatiche o Telepass, la lunghezza o il peso del veicolo e, dunque, non consente di identificare se a passare al casello sia una moto o una macchina, se non a posteriori con una foto. Reintrodurre una classe di pedaggio ad hoc per le sole moto comporterebbe dunque più costi e il rischio di comportamenti fraudolenti. Affinché lo sconto si trasformi in una vera e propria classe di pedaggio, ogni casello dovrebbe dunque essere adeguato in modo tale da disporre di una pista dedicata alle moto. Operazione che comporta costi, dall’adeguamento della segnaletica a quello dei software, su cui sono necessarie ulteriori analisi e verifiche, anche nell’ottica di un discorso di costi/benefici”.
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