Attualità
Sicurezza sulle strade, meno privacy per tutti
Vogliamo viaggiare più sicuri? E allora dobbiamo rinunciare a qualcosa. Senza la psicosi del grande fratello che ci perseguita
Parliamone chiaramente: vogliamo più sicurezza sulle strade? Allora bisogna rinunciare a qualcosa. E per qualcosa, intendo un po’di riservatezza.
Ah la privacy, che grande invenzione! Il concetto, nato nel mondo anglosassone, è stato importato in Italia da poco meno di una ventina d’anni (la legge è del 2003). E sin da subito ci siamo tutti fatti paladini della difesa degli spazi personali, perché siamo terrorizzati che il mondo distopico raccontato da George Orwell in 1984 diventi realtà.
A ben vedere, per la maggior parte delle persone che non ha letto quel libro, il Grande fratello è e rimane solamente un programma televisivo. Ma tant’è: oggi tutti ci sentiamo in dovere di difendere la nostra privacy dalle telecamere che ci perseguitano quando siamo in giro.
Ci sentiamo vessati, controllati sempre e comunque: telecamere agli accessi della Ztl, telecamere che controllano le corsie preferenziali, tutor e autovelox pronti a fotografare ogni minima infrazione relativa alla velocità. E il futuro sarà ancora peggio, signora mia: gli stessi occhi elettronici che ci multano se diamo troppo gas alle nostre moto controlleranno addirittura in tempo reale se abbiamo un’assicurazione RC valida e se siamo in regola col pagamento del bollo. Di questo passo chissà dove andremo…