Perché invece non ha senso
Pierer, nella stessa intervista a Speedweek, si contraddice. Perché dice chiaramente che “se si vuole diventare grandi, bisogna guardare a Est e
crescere in Asia”. Dove di certo non puoi pensare di fare grossi volumi con le Ducati. Inoltre Pierer ha i conti senza l’oste. Giova ricordare che il 49% di KTM (di fatto, la metà) è nelle mani del gruppo indiano Bajai. Che non pare avere tutto questo interesse a
spendere circa 1,2 miliardi di euro (questo il valore presunto di Ducati) per un’azienda che produce 55mila moto all’anno. Noccioline, per volumi a cui sono abituati gli indiani. Inoltre sono piùi punti di contatto tra le
gamme prodotto KTM e Ducati (basti pensare al fiorente mercato delle naked e delle adventure di grossa cilindrata) che quelli di discontinuità. Avrebbe senso per un ipotetico conglomerato KTM-Ducati avere la
Monster e la
790 Duke a pestarsi i piedi a vicenda? La risposta è evidentemente no. E non possiamo nemmeno dimenticare il ruolo di
Husqvarna, che si sovrappone con Ducati nel segmento delle classic e delle modern.