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Attualità

La moto e la voliera

Marco Gentili
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I gruppi di motociclisti oggi sono composti perlopiù da uomini. Cosa è cambiato dai tempi in cui le moto erano (anche) uno strumento di seduzione?

La moto e la voliera
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La moto e la voliera
Erano gli Anni 70, o forse gli 80 o i 90, non ricordo bene. Erano quei tempi in cui la moto serviva anche per conquistare le ragazze. Estensione fallica fatta di metallo e plastica (chissà Freud, se l’avesse vista, come si sarebbe divertito a intravederci certe simbologie), la moto era il modo migliore per farsi vedere. Il motociclista era virile di per sé. E avere un mezzo con due ruote e un motore tra le gambe costituiva senza dubbio un asso nella manica da giocarsi nella partita dell’amore. Oddio, più che amore spesso era sesso, ma tant’è.  

Un piacere solo per uomini

Giorni fa un collega che lavora in questo giornale a pranzo mi narrava un episodio che, se non conoscessi bene la persona, sembrerebbe inventato. Qualche anno fa una sua amica gli dice: “Ma che bella moto che hai. Dai, andiamo a fare un giro”. La donzella durante il viaggio, invece di attaccarsi alle maniglie, opta per altri tipi di leve. Il baldanzoso collega, fiutata l’aria (e soprattutto la vicinanza di un bosco), ne approfitta per una sveltina en plen air. Ah, il potere della moto! Peccato che l’effetto afrodisiaco delle due ruote sia in costante calo. I gruppi di motociclisti che vedo in giro sono composti sempre da uomini. Di fatto, sono delle voliere motorizzate che scorrazzano su passi alpini e appenninici, uniti dalla comune passione per i propri mezzi e dal tipico cameratismo maschile. Certo, ci sono anche quelli “misti” con marito e moglie sulla crossover, ma di solito sono di una certa età. Insomma, coppie nate nelle lontane ere in cui la moto era ancora arma di seduzione.  

Non piacciamo più alle donne

Per avvalorare questa mia tesi ho fatto un test empirico con il mio vicino di scrivania Pino: “Dai, io prendo l’elettrica (in quei giorni, una Zero FX; ndr) tu la Ducati Panigale V4. Vediamo chi cucca di più”. Pur rivolgendoci a pubblici differenti, entrambi abbiamo fatto molte conquiste. Allo stop and go del semaforo e nei parcheggi siamo stati abbordati più volte. Da un lato il pubblico dei curiosi era attratto dall’esotismo della mia moto elettrica (con le classiche domande del tipo “ma quanto fa?”, “e come fai con la ricarica?”), dall’altro il pubblico attento allo stile e alle prestazioni è stato attratto dalla sua Ducati rossa fiammante. Peccato che tutte le “attenzioni” che abbiamo ricevuto provenissero da uomini. Caro Pino, ormai donne e ragazze sono sempre meno sensibili al fascino della moto. Forse è anche per questo che i ragazzini non la desiderano più come volta? I tempi cambiano. Per lo meno ci resta il cameratismo maschile. Peccato non aver conosciuto anche noi l’amica del nostro collega. Magari gli chiediamo l’indirizzo e la portiamo a fare un bel giretto vicino al bosco.  

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