Prima le traiettorie
Si parte con John, il nostro istruttore, subito davanti per mostrarci le traiettorie ottimali di una pista che non abbiamo mai visto prima. Un meraviglioso catino ricco di sali-scendi immerso nella campagna inglese con i suoi tipici prati di un verde accecante. Abbiamo inoltre iniziato a girare con l’elettronica della
CBR settata abbastanza conservativa perché preferiamo tenerci del margine per quando avremo preso la necessaria confidenza con il tracciato e con la resa dei pneumatici in condizioni di guida la limite. Arriva però in fretta il momento di iniziare a fare sul serio.
Dopo la pausa pranzo modifichiamo la soglia di intervento del traction control e del freno motore seguendo i consigli di John che continua a ribadirci che rendendo i controlli meno invasivi la pulizia di guida ne guadagna e la risposta al comando del gas diventa decisamente più precisa. Non possiamo dargli torto. La moto, liberata dai vincoli dell’elettronica fila precisa tra una curva e l’altra e iniziamo ad inanellare giri su giri senza particolare fatica. Al termine di ogni sessione commentiamo con il nostro istruttore i vari punti del circuito dove ancora commettiamo qualche errore. Ci sforziamo di seguire le sue indicazioni ritardando un pelo l’ingresso in curva e cercando sempre
di guidare nella maniera più rotonda possibile per non stressare troppo le gomme che percepiamo subito avere qualche difficoltà se la guida diventa particolarmente aggressiva.
Al termine della giornata, abbiamo commentato i dati della telemetria che venivano scaricati ad ogni passaggio. Il tracciato era diviso in otto settori e abbiamo visto “nero su bianco” dove avremmo potuto migliorare ancora le nostre prestazioni, scoprendo inaspettatamente che la cosa che facciamo meglio è frenare. Chi l’avrebbe mai detto! Insomma la
Ron Haslam Race School è una scuola davvero valida, con istruttori professionali e un parco moto in grado di soddisfare qualsiasi esigenza. E anche per noi è stato davvero utile per migliorare le nostre prestazioni e limare qualche difettuccio che non avevamo mai avuto modo di approfondire. Mai dicitura fu più azzeccata:
“Non si finisce mai di imparare”.