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Attualità

Moto depotenziate: tutto quello che c'è da sapere

Lorenzo Cascioli
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Le regole per i neopatentati, le moto da guidare a 18 anni e le differenze con le “full power”: tutto quello che c’è da sapere per comprare la prima moto over 125

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Ho 18 anni e la patente A2, che moto posso guidare? Questa è una domanda ricorrente nelle lettere che riceviamo in redazione. Vi risponderemo fra qualche riga, non prima di un breve excursus storico nel secolo scorso, che sarà utile per ricordare i vari step legislativi. Dunque… negli Anni 80, quando si diventava maggiorenni, potevano succedere due cose. Se si era fortunati si smanettava su una folgorante Yamaha RD 350 da 180 km/h. Altrimenti ci si ritrovava su una tranquilla Moto Guzzi V35 sul filo dei 135 all'ora. Per i 18enni non c’erano infatti limiti di potenza, bensì di cilindrata: per guidare una moto da oltre 350 cc bisognava aspettare 21 anni. Poi sul finire degli Anni 80 il Codice della Strada prese una piega permissiva: a 18 anni si poteva guidare tutto! Durò poco l'euforia, perché nei primi Anni 90 arrivò la rivoluzione, che istituì vari step per le patenti e che portò alla comparsa anche sul mercato italiano delle cosiddette moto “depotenziate”. Il limite di potenza massima era fissato in soli 25 kW (equivalenti a circa 34 CV). E oggi? La normativa attuale, entrata in vigore il 19 gennaio 2013, prevede che a 18 anni si possa conseguire la patente A2. Questa permette di guidare motocicli con potenza massima non superiore ai 35 kW (circa 47 CV), con un rapporto peso/potenza entro 0,2 kW/kg e che in versione “full power” non eroghino più di 70 kW.

Quali moto si possono guidare con la patente A2

Ci sono molte moto che nascono con una potenza tale da rispettare questo limite, come ad esempio la Honda CB500X (35 kW/47 CV) o la KTM 390 Duke (32 kW/43 CV), tanto per citare due modelli molto apprezzati dal pubblico. Ci sono invece moto che superano il limite di 35 kW, ma che possono essere depotenziate proprio per essere guidate con la patente A2.
Come anticipato, la normativa del 2013 vuole che le moto da depotenziare a 35 kW non debbano erogare più di 70 kW in versione full power. Per esempio, una BMW R 1200 GS non può essere depotenziata perché eroga 92 kW (pari a 125 CV). Può esserlo invece la BMW F 750 GS, che nei listini è infatti disponibile sia con potenza originaria di 57 kW (77 CV) che con quella ridotta a 35 kW. Le due moto hanno lo stesso identico prezzo. Per risolvere in modo legale questo scoglio, molte Case costruttrici hanno immesso sul mercato appositi modelli da 70 kW. Un esempio per chiarire: nel 2013, al momento dell’entrata in vigore della nuova normativa, Kawasaki stava lanciando la nuova e attesissima Z800. Una naked accattivante, dalla potenza di 83 kW (112 CV). A questa affiancò il modello Z800e, leggermente semplificato nella dotazione, ma soprattutto caratterizzato dalla potenza di 70 kW. In questo modo, dalla Z800e si poteva ricavare la versione depotenziata a 35 kW. Lo stesso avviene oggi con la Z900, disponibile nelle tre versioni da 92 kW, 70 kW e 35 kW.

Una depotenziata si può ripotenziare?

Di solito i kit di depotenziamento sono piuttosto semplici. Si tratta spesso di blocchi meccanici sui corpi farfallati, che vanno a limitare l'apertura delle valvole a farfalla, da cui consegue anche la proporzionale e minor corsa del comando del gas. Di norma anche l’elettronica viene adeguata, a volte con un cablaggio apposito che va a modificare i parametri della centralina. Ordinando una moto nuova, ovviamente basta indicare se la si vuole in versione da 35 o 70 kW e il concessionario provvederà a farla omologare nella configurazione scelta. A volte non c’è un leggero sovrapprezzo per il kit, la manodopera e il tempo necessario per gli adempimenti burocratici. L'operazione di depotenziamento può anche essere affrontata successivamente, magari per l'acquisto di una moto usata da depotenziare (o, nel caso inverso, ripotenziare). Ovviamente va sempre adeguata l’omologazione sul libretto.

La patente A2

Per guidare una moto con potenza massima fino a 35 kW, come anticipato, serve la patente A2. Si può prendere a partire dai 18 anni d’età ed è riconosciuta all’estero. L’esame pratico deve essere svolto con un motociclo di categoria A2 (max 35 kW, rapporto potenza/massa non superiore a 0,20 kW/kg, il mezzo non deve essere derivato da uno di potenza superiore a 70 kW) senza sidecar, avente una cilindrata di almeno 400 cc e una potenza minima di 25 kW. La patente A2 abilita anche alla guida di tricicli di potenza non superiore a 15 kW e, ovviamente, a tutti i mezzi (50 e 125 cc) che si possono guidare con le patenti moto di categoria inferiore, la AM e la A1. Dopo due anni con la patente A2 si può richiedere la A (gergalmente detta A3), che abilita alla guida di tutti i motocicli, senza alcun limite di potenza. Con la normativa del 2013 l’accesso non è più “diretto”, come avveniva in passato, ma richiede il superamento della prova pratica di guida su un veicolo della categoria corrispondente (motociclo, senza sidecar, avente una cilindrata minima di 600 cc e una potenza di almeno 40 kW). Se non si è mai posseduta la patente A2, la patente A può anche essere richiesta dai 24 anni di età in poi.

Le depotenziate sono moto vere?

Ok, ci siamo. Adesso sappiamo tutto sulle patenti e sulle moto depotenziate. Ma la domanda rimane lì, sulla punta della lingua. Le moto da 35 kW sono moto vere? Possono affrontare lunghi viaggi? Danno soddisfazione alla guida? La risposta è sì. In alcuni casi, soprattutto parlando di bicilindriche attorno ai 650 cc, è davvero difficile riconoscere una versione 35 kW dalla full power. L’erogazione è appena più diluita, magari c’è un acceleratore dalla corsa più corta, ma le differenze finiscono lì. Sì, una moto con 47 CV, se erogati da un motore di sana e robusta costituzione, è spigliata nel misto e capace di affrontare trasferte autostradali senza farsi venire il fiato corto, anche in due e con i bagagli. Tenete conto che le prime Honda NC700X, ancora oggi riconosciute come ottime passiste, erano proprio moto da 35 kW.

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