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Attualità
Due uomini e una moto. Ovvero: quando la zavorrina diventa zavorrino
Marco Gentili, foto archivio Dueruote
il 16/05/2018 in Attualità
C'è poco da dire: trasportare un passeggero maschio è scomodo sia per chi guida sia per chi viene trasportato. Che sulla parte posteriore della sella ha la stessa grazia di uno "scimmione"... E voi che ne pensate? Dite la vostra!
Due uomini e una moto. Ovvero: quando la zavorrina diventa zavorrino
La zavorrina, come si capisce dal genere del sostantivo, è sempre una donna. Nome femminile, identifica in modo vezzeggiativo la passeggera della nostra moto. La zavorrina, se è appassionata, sensibile e comprensiva, è anche un complemento piacevole al viaggio in moto del suo lui. La zavorrina, insomma, è qualcosa che fa parte del panorama motociclistico, non stona.
Proprio l’altra sera, assieme a un collega, sono andato a riconsegnare una moto che avevamo in prova qui in redazione. Lui è stato ben gentile nel riaccompagnarmi a casa. Fatto sta che, nel tragitto a bordo di una naked sportiva di ultima generazione, con me che guidavo e lui abbarbicato dietro di me, ci siamo sentiti entrambi piuttosto ridicoli. Il poveretto, appollaiato sulle pedane con le ginocchia in bocca e nessun appiglio cui aggrapparsi, aveva la stessa grazia di uno scimpanzé seduto su una turca.
Inoltre c’è il fattore intimo. Insomma, non mi sentivo propriamente a mio agio: durante ogni frenata o rallentamento il contatto tra parti intime era inevitabile. Ogni frenata, un appoggio…
Alla fine del giro ci siamo salutati con quattro risate. E la promessa di non fare più spostamenti così scomodi. E voi che ne pensate? Dite la vostra!
Quando due uomini sono sulla stessa moto
Il problema è quando la zavorrina diventa zavorrino. Credo che non ci sia niente di più ridicolo di un uomo che sta dietro a un altro uomo in moto. Non ne faccio un discorso sessista o omofobo, anzi. È più una questione di decoro.Proprio l’altra sera, assieme a un collega, sono andato a riconsegnare una moto che avevamo in prova qui in redazione. Lui è stato ben gentile nel riaccompagnarmi a casa. Fatto sta che, nel tragitto a bordo di una naked sportiva di ultima generazione, con me che guidavo e lui abbarbicato dietro di me, ci siamo sentiti entrambi piuttosto ridicoli. Il poveretto, appollaiato sulle pedane con le ginocchia in bocca e nessun appiglio cui aggrapparsi, aveva la stessa grazia di uno scimpanzé seduto su una turca.
Ci vuole il fisico... giusto
Sembra proprio che l'uomo – nel senso del maschio – non abbia proprio il physyque du role per stare nel ruolo del passeggero. Sulla parte posteriore della sella, detto francamente, sembriamo gorilla poco aggraziati: appesantiamo con la nostra stazza la silhouette della moto e rendiamo al guidatore il compito di gestire la moto più difficile. Una zavorrina è più carina e più leggera di un uomo.Inoltre c’è il fattore intimo. Insomma, non mi sentivo propriamente a mio agio: durante ogni frenata o rallentamento il contatto tra parti intime era inevitabile. Ogni frenata, un appoggio…
Alla fine del giro ci siamo salutati con quattro risate. E la promessa di non fare più spostamenti così scomodi. E voi che ne pensate? Dite la vostra!
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