Attualità
A Londra scatta la protesta dei motociclisti
Troppi morti in strada, troppi furti e una tassa di accesso al centro esorbitante: la protesta del movimento WeRideLondon arriva fin sotto al Parlamento
I motociclisti si inca…ano, se trattati male. Soprattutto all’estero. Dopo le proteste dei biker colombiani, adesso anche in Inghilterra i nostri colleghi alzano la voce e si fanno sentire. Pochi giorni fa i membri di WeRideLondon, un’associazione nata spontaneamente per unire tutti gli utenti delle due ruote a motore, hanno sfilato in corteo tra Lambeth Bridge e Parliament Square, percorrendo il tragitto circolare più e più volte. Il motivo? Protestare contro la marginalizzazione di moto e scooter a Londra, anche per colpa delle politiche messe in atto dal sindaco Sadih Khan.
Una domanda sorge spontanea: come mai solamente in Italia i motociclisti non riescono a fare rete e coalizzarsi per difendere i propri interessi di utenti della strada?
I motivi della protesta
La sicurezza è stata al centro della protesta: lo scorso anno sulle strade del centro londinese si sono superati i 36 morti, cifra record registrata nel 2016. Senza contare poi i furti, che nella capitale britannica sono un’autentica piaga: 16mila solo lo scorso anno. E poi il più vessatorio dei provvedimenti, ossia la tassa d’ingresso nel centro cittadino: la ULEZ (acronimo che sta per Ultra Low Emission Zone) e che penalizza le moto, costrette a pagare 12,5 sterline al giorno, proprio come auto e furgoni. “E tutto questo – precisano gli organizzatori della protesta – nonostante dati dell’ente dei trasporti di Londra dichiarino che moto e scooter contribuiscono solo all’1% dell’inquinamento”.Una domanda sorge spontanea: come mai solamente in Italia i motociclisti non riescono a fare rete e coalizzarsi per difendere i propri interessi di utenti della strada?