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Troppi crimini: Bogotà VIETA le moto, i motociclisti protestano
Decisione clamorosa del sindaco della capitale colombiana per contrastare una nuova ondata di crimini commessi a bordo delle moto: stop a moto e scooter sopra ai 125 cc in centro. Ma l'associazione motociclisti si ribella e paralizza la città
È possibile vietare la circolazione delle moto in una città di 8 milioni di abitanti, con 500mila mezzi in circolazione, per motivi di sicurezza? La risposta è sì, se la città in questione è Bogotà. Il sindaco della capitale colombiana Enrique Peñalosa ha affrontato di petto una recrudescenza di crimini che ha visto coinvolti i mezzi a due ruote: secondo i dati citati dal quotidiano colombiano El Espectador, su 62.169 furti, oltre 5mila sono stati messi a segno da criminali in sella a una moto. Si tratta di un aumento del 75% su base annua, che ha costretto l’amministrazione a correre ai ripari.
Anche perché nel paese sudamericano la moto come strumento criminale riporta alla mente gli anni bui tra gli 80 e i 90, quando i cartelli della droga (in particolare quello di Medellin guidato da Pablo Escobar) avevano esteso le loro ramificazioni fin nei gangli del potere politico colombiano. E i loro sicari avevano trasformato la moto in strumento di morte.