I sistemi di assistenza alla guida installati sulle auto aiuteranno davvero i
motociclisti a essere più sicuri? Probabilmente sì, ma non è detto che sia così, almeno per ora. L’allarme viene lanciato dall’Acem, ossia l’associazione che raggruppa i produttori europei di moto.
Nessun test sulle moto
Il problema è che l’efficacia degli ADAS (sigla che identifica i dispositivi per l’assistenza alla guida installati sulle auto) vengono testati nella loro capacità di evitare collisioni tra auto e auto, tra auto e pedone e tra auto e bici da enti come l’NCAP. Non risultano però risultati di test effettuati per valutarne l’efficacia nella situazione in cui siano coinvolte un’auto e una moto. Il motivo è semplice: il sistema di sicurezza riconosce la bici e a maggior ragione individuerà con certezza la moto. Ma le cose non stanno così.
Pericolosi per i motociclisti
Uno studio della Dynamic Research, che ha messo alla prova i sistemi si frenata d’emergenza quando devono individuare una moto, ha dato risultati scoraggianti. Nel 40% dei test, la moto non viene effettivamente riconosciuta dai sistemi di assistenza, e nel 17% dei casi, la moto viene del tutto ignorata. Questi sistemi hanno particolare difficoltà nell’individuare una moto ferma: nel 44% dei casi, il riconoscimento avviene troppo tardi per evitare una collisione, e nel 24 la moto viene semplicemente travolta.
La richiesta di Acem
La richiesta di Acem è quella – tanto semplice quanto efficace – di rendere obbligatori i test di questi dispositivi anche sulle moto, e non solo su pedoni, bici e altre auto. L’associazione suggerisce anche di ovviare a quetso problema non da poco facendo interagire i veicoli tra loro, ad esempio le auto con le moto dotate di sistemi avanzati (come il
BMW Emergency Call) e sta collaborando con le case automobilistiche per sviluppare dei target ideali da usare in fase di test, in modo tale da far riconoscere anche le moto ai dispositivi di sicurezza.