Attualità
Il regalo della politica ai nostri potenziali killer
Salta l'approvazione dell'emendamento che avrebbe punito severamente chi usa smartphone e dispositivi elettronici al volante. Una decisione pazzesca, che rende i motociclisti ancora più vulnerabili
Una parola sola: inammissibile. Con questo aggettivo sono state segate le gambe all’emendamento che avrebbe permesso di punire severamente gli automobilisti che guidano usando smartphone e dispositivi elettronici. A niente è servito l’augurio del ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, che solo pochi giorni fa auspicava l’entrata in vigore del provvedimento. Augurio che aveva fatto ben sperare in un esito felice dell’emendamento.
Ora, senza scadere nei soliti luoghi comuni della politica che non pensa alla sicurezza sulle strade e alla tutela degli utenti più deboli (quali sono di fatto i motociclisti), vi dico io cos’è inammissibile. È inammissibile che in Italia, nel 2017, il numero dei centauri che hanno perso la vita in seguito a un incidente sia tornato a ridosso delle 700 unità. È inammissibile che l’indice di mortalità dei motociclisti sia 1,55 per ogni 100 investimenti, più del doppio di quello degli automobilisti. È inammissibile la mancanza di educazione civica sulle strade, dove vige la legge del più forte. È inammissibile che la condizione dell’asfalto su moltissime strade italiane sia quello di Aleppo dopo i bombardamenti.
D’altro canto, basta leggere i giornali economici di questi giorni per capire che i problemi del bilancio italiano riguardano soprattutto i debiti accumulati negli anni scorsi, più che la tutela dei propri cittadini e gli investimenti in sicurezza. Eppure la libertà di circolazione (intendendo per tale il concetto secondo cui il cittadino è libero di muoversi in sicurezza nel territorio nazionale, ivi comprese le strade) è sancito da un articolo della costituzione, il numero 16.
Infine, una nota amara: siamo sicuri che, se l’emendamento “anticellulare” fosse stato approvato, le forze dell’ordine avrebbero avuto i mezzi adeguati per inseguire e sanzionare i contravventori?
Ora, senza scadere nei soliti luoghi comuni della politica che non pensa alla sicurezza sulle strade e alla tutela degli utenti più deboli (quali sono di fatto i motociclisti), vi dico io cos’è inammissibile. È inammissibile che in Italia, nel 2017, il numero dei centauri che hanno perso la vita in seguito a un incidente sia tornato a ridosso delle 700 unità. È inammissibile che l’indice di mortalità dei motociclisti sia 1,55 per ogni 100 investimenti, più del doppio di quello degli automobilisti. È inammissibile la mancanza di educazione civica sulle strade, dove vige la legge del più forte. È inammissibile che la condizione dell’asfalto su moltissime strade italiane sia quello di Aleppo dopo i bombardamenti.
D’altro canto, basta leggere i giornali economici di questi giorni per capire che i problemi del bilancio italiano riguardano soprattutto i debiti accumulati negli anni scorsi, più che la tutela dei propri cittadini e gli investimenti in sicurezza. Eppure la libertà di circolazione (intendendo per tale il concetto secondo cui il cittadino è libero di muoversi in sicurezza nel territorio nazionale, ivi comprese le strade) è sancito da un articolo della costituzione, il numero 16.
Infine, una nota amara: siamo sicuri che, se l’emendamento “anticellulare” fosse stato approvato, le forze dell’ordine avrebbero avuto i mezzi adeguati per inseguire e sanzionare i contravventori?