Attualità
Perché non ci siamo (già) convertiti alla moto elettrica?
Eppure è inevitabile. Sappiamo benissimo che il futuro delle due ruote NON è a benzina. Nonostante questo, continuiamo a preferire mezzi a combustione interna. Anche perché ormai dire che l'elettrico costa troppo o non è emozionante è come nascondersi dietro una foglia di fico
Certe volte noi motociclisti siamo come quelli che a inizio ‘900, guardando l’automobile, dicevano: “Vabbè, ma vuoi mettere il cavallo? Quella roba lì non la comprerà mai nessuno”. Tanti anni dopo, abbiamo lo stesso atteggiamento retrogrado nei confronti non di un mezzo di trasporto alternativo alla moto ma, si badi bene, a una sua evoluzione. Sto parlando della moto elettrica.
Sul mercato esistono già adesso un buon numero di modelli che, per caratteristiche tecniche e prestazioni (si pensi alla Energica nella fascia alta, ma anche alla Tacita o alla Zero) non hanno nulla da invidiare – anzi – alle moto endotermiche. Hanno una retta di coppia che ne rende la guida appagante – anzi, più appagante di una moto a benzina - si ricaricano a una presa di corrente (certo, chi ha un box ha la vita più facile che non chi deve andare a cercare una colonnina di ricarica…) e soprattutto non inquinano, non puzzano, non rumoreggiano. Adesso poi che i prezzi non sono più proibitivi come una volta, cade anche l’ultimo ostacolo che rende la moto elettrica meno conveniente. E poi, se è vero che costa di più di una moto normale, è altrettanto vero che questo si ammortizza rapidamente e il benzinaio diventa solo un pallido ricordo.
Quindi, cosa ci vieta di compiere un salto che è prima di tutto culturale, e solo in secondo luogo razionale?
Il motivo è essenzialmente uno: la moto è un bisogno voluttuario, irrazionale, capriccioso, superfluo. E per questa sua natura meraviglioso. La moto è un giocattolo per adulti. Che poi sia – dal punto di vista termotecnico – solo una stufa con le ruote che brucia benzina per muoversi, per tutti i motociclisti è del tutto residuale, se non un pensiero fastidioso da rimuovere.
Ma dobbiamo renderci conto che il mondo sta cambiando, che le risorse che oggi ci sono domani non ci saranno più. E che l’ambiente merita sempre più attenzione. Da questo punto di vista, la politica energetica di paesi più lungimiranti dell’Italia è avanti anni luce: dal 2040 l’Inghilterra vieterà la commercializzazione di auto a benzina o diesel. In Norvegia un’auto immatricolata su tre è elettrica. E da noi? Beh, basta vedere i livelli di Pm10 che in questi giorni soffocano il Nord Italia (ok, ok, so che non è solo colpa di auto e moto…) per capire che la strada è ancora lunga. E passa per tutta una serie di cambiamenti. Che prima o poi toccheranno anche le nostre amatissime moto. E cambieranno la loro natura per sempre.
Sul mercato esistono già adesso un buon numero di modelli che, per caratteristiche tecniche e prestazioni (si pensi alla Energica nella fascia alta, ma anche alla Tacita o alla Zero) non hanno nulla da invidiare – anzi – alle moto endotermiche. Hanno una retta di coppia che ne rende la guida appagante – anzi, più appagante di una moto a benzina - si ricaricano a una presa di corrente (certo, chi ha un box ha la vita più facile che non chi deve andare a cercare una colonnina di ricarica…) e soprattutto non inquinano, non puzzano, non rumoreggiano. Adesso poi che i prezzi non sono più proibitivi come una volta, cade anche l’ultimo ostacolo che rende la moto elettrica meno conveniente. E poi, se è vero che costa di più di una moto normale, è altrettanto vero che questo si ammortizza rapidamente e il benzinaio diventa solo un pallido ricordo.
Quindi, cosa ci vieta di compiere un salto che è prima di tutto culturale, e solo in secondo luogo razionale?
Il motivo è essenzialmente uno: la moto è un bisogno voluttuario, irrazionale, capriccioso, superfluo. E per questa sua natura meraviglioso. La moto è un giocattolo per adulti. Che poi sia – dal punto di vista termotecnico – solo una stufa con le ruote che brucia benzina per muoversi, per tutti i motociclisti è del tutto residuale, se non un pensiero fastidioso da rimuovere.
Ma dobbiamo renderci conto che il mondo sta cambiando, che le risorse che oggi ci sono domani non ci saranno più. E che l’ambiente merita sempre più attenzione. Da questo punto di vista, la politica energetica di paesi più lungimiranti dell’Italia è avanti anni luce: dal 2040 l’Inghilterra vieterà la commercializzazione di auto a benzina o diesel. In Norvegia un’auto immatricolata su tre è elettrica. E da noi? Beh, basta vedere i livelli di Pm10 che in questi giorni soffocano il Nord Italia (ok, ok, so che non è solo colpa di auto e moto…) per capire che la strada è ancora lunga. E passa per tutta una serie di cambiamenti. Che prima o poi toccheranno anche le nostre amatissime moto. E cambieranno la loro natura per sempre.