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Attualità
Perché Harley-Davidson vuole comprare Ducati?
Marco Gentili
il 26/06/2017 in Attualità
Un mercato interno che ristagna, la caccia alla clientela più giovane e la necessità di mangiarsi il marchio italiano che spopola negli Stati Uniti. A Milwaukee hanno le idee chiare su come neutralizzare un concorrente troppo pericoloso
Perché Harley-Davidson vuole comprare Ducati?
Se c’è un pretendente serio per Ducati, questo è Harley-Davidson. Prendiamo a prestito due numeri e spieghiamo brevemente il perché Negli Stati Uniti lo scorso anno si sono venduti 547.100 veicoli (-1,9%), di cui 517.500 (-1,3%) sono moto. La Casa di Milwaukee, con un -3,9% sulle vendite, fa peggio del mercato di riferimento, quello interno, nel quale le moto con il Bar and shield sopra sono diventate il simbolo dell’americanità su due ruote, nate e prodotte sul suolo statunitense.
Ma i numeri, per l’azienda guidata da Matt Levatich, continuano a essere negativi, nonostante la crescita su molti mercati internazionali (che la porterà ad aprire una fabbrica in Thailandia). Anche nel primo trimestre sono state consegnate 70.831 moto, in calo rispetto alle oltre 83mila dello stesso periodo del 2016. Il momento no di Harley-Davidson è palpabile ed è evidente sia nei risultati in Borsa (dove oggi l’azienda vale 55 dollari ad azione: non male ma lontano dai 72 e rotti dollari del 2014) sia nelle continue tensioni sindacali, culminate con il recente licenziamento di 100 operai dallo stabilimento americano di York.
Ma oltre ai numeri, il problema di Harley-Davidson sta nel pubblico di riferimento: al netto del mito americano, della Route 66 e di altri simboli della libertà in moto, oggi la clientela di Harley invecchia. I baby boomers, protagonisti del successo della Casa negli scorsi decenni, non sono stati sostituiti in sella da una nuova generazione di giovani centauri. Che invece sono affascinati da marchi con un appeal sportivo, un design ricercato e modelli sempre nuovi. Ovvero Ducati, che Oltreoceano continua a mietere risultati da urlo (a dispetto di volumi assoluti inferiori rispetto a quelli di Harley-Davidson).
Harley-Davidson, che ha le spalle coperte dal mercato e dimensioni da grande azienda, potrebbe così facendo mangiare un potenziale concorrente per cui il mercato statunitense è ormai diventato quello di riferimento, ancor più di quello italiano.
Ma i numeri, per l’azienda guidata da Matt Levatich, continuano a essere negativi, nonostante la crescita su molti mercati internazionali (che la porterà ad aprire una fabbrica in Thailandia). Anche nel primo trimestre sono state consegnate 70.831 moto, in calo rispetto alle oltre 83mila dello stesso periodo del 2016. Il momento no di Harley-Davidson è palpabile ed è evidente sia nei risultati in Borsa (dove oggi l’azienda vale 55 dollari ad azione: non male ma lontano dai 72 e rotti dollari del 2014) sia nelle continue tensioni sindacali, culminate con il recente licenziamento di 100 operai dallo stabilimento americano di York.
Ma oltre ai numeri, il problema di Harley-Davidson sta nel pubblico di riferimento: al netto del mito americano, della Route 66 e di altri simboli della libertà in moto, oggi la clientela di Harley invecchia. I baby boomers, protagonisti del successo della Casa negli scorsi decenni, non sono stati sostituiti in sella da una nuova generazione di giovani centauri. Che invece sono affascinati da marchi con un appeal sportivo, un design ricercato e modelli sempre nuovi. Ovvero Ducati, che Oltreoceano continua a mietere risultati da urlo (a dispetto di volumi assoluti inferiori rispetto a quelli di Harley-Davidson).
Harley-Davidson, che ha le spalle coperte dal mercato e dimensioni da grande azienda, potrebbe così facendo mangiare un potenziale concorrente per cui il mercato statunitense è ormai diventato quello di riferimento, ancor più di quello italiano.
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