Attualità
Italia a due ruote, tra luci e (molte) ombre
All'Eicma è stato presentato il primo rapporto dell’Osservatorio Focus2R sulle politiche per la mobilità a due ruote messe in campo dai comuni italiani. Un quadro in chiaroscuro, con pochi divieti di accesso per moto e scooter alle ZTL; ma anche con poca attenzione alle nostre esigenze, dai parcheggi alla sicurezza. Per non parlare dell'elettrico, ancora all'anno zero
Da una collaborazione fra Confindustria ANCMA (l'associazione dei costruttori italiani di moto e bici), Ambiente Italia e Legambiente, nasce un questionario inviato ai 104 capoluoghi di provincia italiani.
L'obiettivo dell'iniziativa era di valutare le politiche relative alla mobilità a due ruote messe in campo dalle amministrazioni locali. E i comuni hanno partecipato in massa, con l'80% delle amministrazioni che hanno risposto alle domande loro inviate.
Il monitoraggio, un'iniziativa inedita qui in Italia, ha evidenziato una situazione a macchia di leopardo, sia dal punto di vista geografico, che sul piano delle misure attuate.
Iniziamo con una buona notizia: il 63% delle città partecipanti consente il libero accesso di ciclomotori e motocicli all’interno delle ZTL. A testimonianza del fatto che il mezzo a due ruote è percepito dagli amministratori locali come una reale soluzione ai problemi del traffico e dell’inquinamento.
Per contro, solo l’8% delle amministrazioni coinvolte autorizza la circolazione delle moto nelle corsie riservate ai mezzi pubblici. Una percentuale che sale al 38% nel caso delle biciclette. E pensare che pochi anni fa, quattro città europee, fra cui Roma, condivisero uno studio sulle buone pratiche in tema di sicurezza stradale. Emerse che l'apertura delle corsie dei bus ai mezzi a due ruote aveva solo risvolti positivi.
Per la cronaca, all'epoca ci si sarebbe aspettati che tutte e quattro le città adottassero tale misura. Roma, invece, revocò addirittura la sperimentazione avviata su due brevi tratti. Ora l'Osservatorio per le due ruote di Confindustria ANCMA si propone di fare sensibilizzazione su questo argomento presso le amministrazioni. In bocca al lupo.
Tornando al questionario, emerge la scarsa attenzione per le nostre necessità di parcheggio. Ci piacerebbe avere stalli attrezzati, per legare moto e scooter; magari anche per lasciare il casco. Invece più di un terzo delle città interpellate dichiara di dedicare a ciclomotori e motocicli meno del 10% degli stalli complessivamente disponibili all’interno del territorio comunale. Ecco perché in troppe città siamo costretti a parcheggiare sui marciapiede, prendendo improperi dai pedoni e rischiando multe. Giova ricordare che il parco circolante di moto in Italia conta 8.540.000 mezzi. Il 23% del totale auto.
Parliamo di scooter (o motorbike) sharing? Il 60% dei comuni offre un servizio di condivisione delle biciclette (con una media di 220 biciclette e 3.300 abbonati per città). Se però si parla di motocicli, sono solo 4 le città che hanno organizzato un servizio di sharing. Eppure, dove c'è dimostra di funzionare.
Stesso discorso per la sicurezza. Il 75% dei comuni dichiara di aver considerato i ciclisti e la loro sicurezza nel Piano Urbano della Mobilità; ma tale percentuale scende al 23% se si parla di moto. Anche se il 30% delle città si sono dette interessate ai guardrail per i motociclisti; che in alcuni casi hanno già installato.
Va male (poteva essere diversamente?) per la mobilità elettrica. Il 58% delle città dichiara di non avere alcun punto di ricarica per biciclette o motocicli elettrici. Zero. E solo cinque comuni offrono più di 50 colonnine compatibili con le due ruote. C'è da lavorare molto.
Il monitoraggio, un'iniziativa inedita qui in Italia, ha evidenziato una situazione a macchia di leopardo, sia dal punto di vista geografico, che sul piano delle misure attuate.
Iniziamo con una buona notizia: il 63% delle città partecipanti consente il libero accesso di ciclomotori e motocicli all’interno delle ZTL. A testimonianza del fatto che il mezzo a due ruote è percepito dagli amministratori locali come una reale soluzione ai problemi del traffico e dell’inquinamento.
Per contro, solo l’8% delle amministrazioni coinvolte autorizza la circolazione delle moto nelle corsie riservate ai mezzi pubblici. Una percentuale che sale al 38% nel caso delle biciclette. E pensare che pochi anni fa, quattro città europee, fra cui Roma, condivisero uno studio sulle buone pratiche in tema di sicurezza stradale. Emerse che l'apertura delle corsie dei bus ai mezzi a due ruote aveva solo risvolti positivi.
Per la cronaca, all'epoca ci si sarebbe aspettati che tutte e quattro le città adottassero tale misura. Roma, invece, revocò addirittura la sperimentazione avviata su due brevi tratti. Ora l'Osservatorio per le due ruote di Confindustria ANCMA si propone di fare sensibilizzazione su questo argomento presso le amministrazioni. In bocca al lupo.
Tornando al questionario, emerge la scarsa attenzione per le nostre necessità di parcheggio. Ci piacerebbe avere stalli attrezzati, per legare moto e scooter; magari anche per lasciare il casco. Invece più di un terzo delle città interpellate dichiara di dedicare a ciclomotori e motocicli meno del 10% degli stalli complessivamente disponibili all’interno del territorio comunale. Ecco perché in troppe città siamo costretti a parcheggiare sui marciapiede, prendendo improperi dai pedoni e rischiando multe. Giova ricordare che il parco circolante di moto in Italia conta 8.540.000 mezzi. Il 23% del totale auto.
Parliamo di scooter (o motorbike) sharing? Il 60% dei comuni offre un servizio di condivisione delle biciclette (con una media di 220 biciclette e 3.300 abbonati per città). Se però si parla di motocicli, sono solo 4 le città che hanno organizzato un servizio di sharing. Eppure, dove c'è dimostra di funzionare.
Stesso discorso per la sicurezza. Il 75% dei comuni dichiara di aver considerato i ciclisti e la loro sicurezza nel Piano Urbano della Mobilità; ma tale percentuale scende al 23% se si parla di moto. Anche se il 30% delle città si sono dette interessate ai guardrail per i motociclisti; che in alcuni casi hanno già installato.
Va male (poteva essere diversamente?) per la mobilità elettrica. Il 58% delle città dichiara di non avere alcun punto di ricarica per biciclette o motocicli elettrici. Zero. E solo cinque comuni offrono più di 50 colonnine compatibili con le due ruote. C'è da lavorare molto.