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Attualità

Discutiamone: il nostro sogno da motociclisti

di Riccardo Matesic
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Sono molti fra noi quelli che a suo tempo mettevano la molletta nella ruota della bici. Per sognare di andare in moto. Oggi siamo adulti, e i nostri sogni giovanili, apparentemente infranti, si riflettono molto nelle moto che scegliamo. In un certo senso... abbiamo ancora la molletta nella ruota!

Una pubblicità Honda degli anni 80 faceva leva su un ben preciso sogno adolescenziale
Ma c'era anche chi sognava di essere un motociclista duro e puro. Come quello della foto
Cosa c'è dietro la nostra passione per la moto? Sicuri che sia solo la voglia di andare in moto?

Ce lo siamo chiesto sul nostro forum in questi giorni, chiarendo la domanda così: qual era il vostro sogno da bambini come motociclisti, come vi immaginavate, come sognavate di diventare motociclisticamente parlando da adulti? E questo sogno, influenza ancora le vostre scelte quando dovete comprare una moto nuova, o magari anche mentre guidate?
Chi scrive, da ragazzo sognava di battere Barry Sheene, l'allora campione della 500 Gran Prix. Un sogno infantile che in qualche modo si è perpetuato negli anni. Perché crescendo si capisce che fra noi e i grandi campioni c'è un po' più di qualche differenza.

Però ancora oggi, anche se i 50 sono un traguardo superato, quando entro in pista e percorro il rettilineo snocciolando le marce, metto il naso nel contagiri e sotto sotto mi piace pensare che quel rettilineo sia ancora tutto per me. Che il gruppo sia dietro e che al prossimo giro mi daranno la bandiera a scacchi.

Insomma, la moto non è un punto d'arrivo. Piuttosto l'evoluzione della molletta che mettevamo nella ruota della bicicletta da bambini, per sognare di guidare la brumbrum che più amavamo. Perché ci aiuta anche oggi a immedesimarci in un immaginario che ricostruiamo anche scegliendo un mezzo che richiama a quel determinato carattere. Così nella mia vita ho apprezzato le hypersport, perché ho virtualmente corso contro Sheene, Roberts e Spencer; mentre altri motociclisti magari si sono dati al turismo o alle custom. O al fuoristrada.
Sul Forum in molti si sono guardati indietro per indagare sulla loro passione. Fcalissi ha parlato di Beppe, il garzone macho del panettiere sotto casa, che veniva al lavoro con una Ducati con i mezzi manubri. E siccome il Calissi era sempre lì a guardare la moto, il Beppe lo faceva entrare nel retro del forno e gli offriva le brioche. Quando era al lavoro; perché spesso aveva incidenti. Poi sono arrivate l'Italjet bicilindrica (bella!), la Yamaha RD 350 e la Ducati Pantah.

Geppo, che tutti conosciamo, parla della sua disabilità, e della difficoltà di viverla in una scuola dove tutti avevano il motorino. Guidava di nascosto il nostro amico, infrangendo la legge, e rischiando l'incidente. Poi hanno aperto alle patenti per i disabili, e qualcuno gli ha detto che lui non avrebbe mai potuto guidare. Così, eccolo da qualche anno in sella a una KTM 990, con frizione automatica Rekluse.

Gery sognava la Ducati Scrambler e la Moto Guzzi Le Mans; e ricorda la prima Honda 125X compratagli dal padre a rate in cambio del lavoro nella sua bottega da falegname. Anche Phisto ama la moto per un ricordo molto legato al padre, scomparso prematuramente.

Ecco,i genitori sono molto presenti in questa discussione. Addirittura struggente KitCarson, che ricorda come il padre, metalmeccanico negli anni 40 e 50, avesse la bicicletta per andare al lavoro; piuttosto che la moto. Lui invece, Kit, la moto ce l'ha. E saluta il babbo -”sto arrivando”-, sul nostro Forum.

Per leggere la discussione o, magari, raccontare il vostro punto di vista, cliccate QUI!

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