Attualità
ACI-Istat: calano gli incidenti delle moto
Mentre il 2015 si avvia a concludersi, scopriamo che anche in Italia, come nel resto d'Europa, nel 2014 si è interrotta la discesa della mortalità stradale. In positiva controtendenza i motociclisti, che da dieci anni riducono regolarmente la loro percentuale di vittime su strada
Iniziamo dalla cattiva notizia: la diminuzione del numero di morti su strada ha visto nel 2014 (un anno fa...) una battuta d'arresto, con un misero calo dello 0,6%. La notizia buona è che sono in sensibile calo le vittime fra noi motociclisti, con un buon -4,3% sul 2013.
Certo, si tratta sicuramente di un calo influenzato anche (ma non solo!) dalla diminuzione dei motociclisti su strada, e dalle ridotte percorrenze. C'è la crisi...
Certo, si tratta sicuramente di un calo influenzato anche (ma non solo!) dalla diminuzione dei motociclisti su strada, e dalle ridotte percorrenze. C'è la crisi...
I dati generali
I numeri con i quali abbiamo aperto sono quelli presentati oggi a Roma da ACI e Istat, relativi agli incidenti del 2014. Vediamoli.
In totale nel 2014 in Italia si sono registrati 177.031 incidenti stradali con lesioni a persone (181.660 nel 2013), che hanno causato 3.381 decessi (3.401 nel 2013) e 251.147 feriti (258.093 nel 2013). In media, nel 2014, ogni giorno si sono verificati 485 incidenti, sono morte 9 persone e ne sono rimaste ferite 688. Il numero dei morti sulle nostre strade è diminuito dunque dello 0,6% (-0,5 la media UE), a fronte di una flessione del 2,5% dei sinistri e del 2,7% dei feriti.
Il confronto con l'UE e i costi
L'andamento deludente della mortalità stradale italiana si rispecchia dunque anche nelle statistiche dei 28 paesi dell'Unione Europea. Ma i numeri vanno presi con le molle, perché alcuni paesi comunitari hanno già ridotto tantissimo la loro mortalità stradale.
Se si guarda, ad esempio, il valore dei morti per milione di abitanti, l'Italia orbita intorno alle media UE (51) con il suo 55,6. Ma l'Olanda è a 33,8, la Spagna a 35,7 e il Regno Unito addirittura a 28!
E non parliamo di bruscolini, ma di vite. E... di costi. Il Ministero dei Trasporti ha stimato che i sinistri stradali del 2014 ci sono costati 18 miliardi di euro.
Dunque, le politiche di sicurezza stradale possono essere un buon investimento. Ad esempio, la diminuzione del 17,8% di morti sulle strade che abbiamo avuto dal 2010 a oggi, ha significato un “risparmio” di costi per lo Stato di 4 miliardi di euro.
Città e strade extraurbane: rischi diversi
A pesare sul dato italiano del 2014 c'è soprattutto l’incremento della mortalità stradale all’interno dei centri urbani (+5,4%), dove si concentrano il 75,5% degli incidenti e il 44,5% dei morti. I grandi Comuni che presentano il più alto indice di mortalità sulle strade urbane sono Messina (1,6 morti ogni 100 incidenti) e Catania (1,4), mentre i valori più bassi si registrano a Bari (0,3), Milano (0,4) e Genova (0,4).
Torna a crescere il numero delle vittime tra i pedoni (578 morti, +4,9% rispetto al 2013) e i ciclisti (273 morti, +8,8% rispetto al 2013).
Le lettura di questi dati per noi motociclisti suggerisce che c'è un elevatissimo rischio urbano di incidenti. E ogni incidente per noi può significare delle ferite potenzialmente gravi. Però c'è anche il rischio delle strade extraurbane, dove ci sono meno incidenti, ma si muore di più.
Giova anche dare un'occhiata ai dati degli indici di mortalità su 100 incidenti: 2,75 per i pedoni, 1,69 per i motociclisti e 1,41 per i ciclisti, contro lo 0,67 delle automobili e lo 0,74 degli autocarri.
La sensazione, come al solito, è che si parli di gruppi differenti di motociclisti. In città le vittime più frequenti sono sicuramente gli scooteristi poco esperti di due ruote; fuori città i più a rischio diventano i veri motociclisti appassionati.
Godiamoci comunque il dato positivo che oggi ACI e Istat commentano così: “anche se i motociclisti si posizionano al secondo posto in graduatoria per rischio di mortalità e lesività (dietro le autovetture), il trend è in graduale e costante diminuzione a partire dal 2005. Tuttavia, nel confronto con il 2001 il miglioramento è più contenuto rispetto alla media generale nazionale: -42,8% per le due ruote contro -52,4% per gli utenti nel complesso”.
Venendo alle cause degli incidenti: distrazione (21,4%), velocità elevata (17,3%) e distanze di sicurezza non adeguate (13,4%) si confermano le prime cause di incidente sulle strade extraurbane. Da sole queste tre cause segnano il 43,9% dei casi d'incidente.
In città però è soprattutto la mancata osservanza di precedenze e semafori a causare sinistri (18,6%), seguita da distrazione (15,4%) e velocità (9,2%).
L'ACI: investire in prevenzione
“I dati dimostrano l’urgenza di garantire l’utilizzo di almeno il 50% dei proventi delle multe per favorire la mobilità e la sicurezza stradale soprattutto in ambito urbano – ha dichiarato il presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani – con attraversamenti pedonali moderni e visibili, percorsi ciclabili protetti, rotatorie efficaci a scongiurare i pericolosi urti laterali. Anche le sanzioni devono essere finalizzate alla prevenzione: gli autovelox nascosti sono inutili e i cartelli che ne annunciano la presenza poi non riscontrata dai conducenti sono addirittura dannosi. ACI presenterà una proposta legislativa sistemica già nella prossima Conferenza del Traffico e della Circolazione, in programma a Roma il 18 novembre”.
In chiusura, come ogni anno, non possiamo non notare come i dati definitivi degli incidenti non arrivino che con un anno di ritardo. E solo grazie all'impegno del Ministero dei Trasporti, a luglio, da un paio d'anni, riusciamo ad avere delle anticipazioni sugli andamenti. Siamo lontani dalla Spagna, dove ai primi di gennaio escono già i dati definitivi dell'anno appena concluso...
I numeri con i quali abbiamo aperto sono quelli presentati oggi a Roma da ACI e Istat, relativi agli incidenti del 2014. Vediamoli.
In totale nel 2014 in Italia si sono registrati 177.031 incidenti stradali con lesioni a persone (181.660 nel 2013), che hanno causato 3.381 decessi (3.401 nel 2013) e 251.147 feriti (258.093 nel 2013). In media, nel 2014, ogni giorno si sono verificati 485 incidenti, sono morte 9 persone e ne sono rimaste ferite 688. Il numero dei morti sulle nostre strade è diminuito dunque dello 0,6% (-0,5 la media UE), a fronte di una flessione del 2,5% dei sinistri e del 2,7% dei feriti.
Il confronto con l'UE e i costi
L'andamento deludente della mortalità stradale italiana si rispecchia dunque anche nelle statistiche dei 28 paesi dell'Unione Europea. Ma i numeri vanno presi con le molle, perché alcuni paesi comunitari hanno già ridotto tantissimo la loro mortalità stradale.
Se si guarda, ad esempio, il valore dei morti per milione di abitanti, l'Italia orbita intorno alle media UE (51) con il suo 55,6. Ma l'Olanda è a 33,8, la Spagna a 35,7 e il Regno Unito addirittura a 28!
E non parliamo di bruscolini, ma di vite. E... di costi. Il Ministero dei Trasporti ha stimato che i sinistri stradali del 2014 ci sono costati 18 miliardi di euro.
Dunque, le politiche di sicurezza stradale possono essere un buon investimento. Ad esempio, la diminuzione del 17,8% di morti sulle strade che abbiamo avuto dal 2010 a oggi, ha significato un “risparmio” di costi per lo Stato di 4 miliardi di euro.
Città e strade extraurbane: rischi diversi
A pesare sul dato italiano del 2014 c'è soprattutto l’incremento della mortalità stradale all’interno dei centri urbani (+5,4%), dove si concentrano il 75,5% degli incidenti e il 44,5% dei morti. I grandi Comuni che presentano il più alto indice di mortalità sulle strade urbane sono Messina (1,6 morti ogni 100 incidenti) e Catania (1,4), mentre i valori più bassi si registrano a Bari (0,3), Milano (0,4) e Genova (0,4).
Torna a crescere il numero delle vittime tra i pedoni (578 morti, +4,9% rispetto al 2013) e i ciclisti (273 morti, +8,8% rispetto al 2013).
Le lettura di questi dati per noi motociclisti suggerisce che c'è un elevatissimo rischio urbano di incidenti. E ogni incidente per noi può significare delle ferite potenzialmente gravi. Però c'è anche il rischio delle strade extraurbane, dove ci sono meno incidenti, ma si muore di più.
Giova anche dare un'occhiata ai dati degli indici di mortalità su 100 incidenti: 2,75 per i pedoni, 1,69 per i motociclisti e 1,41 per i ciclisti, contro lo 0,67 delle automobili e lo 0,74 degli autocarri.
La sensazione, come al solito, è che si parli di gruppi differenti di motociclisti. In città le vittime più frequenti sono sicuramente gli scooteristi poco esperti di due ruote; fuori città i più a rischio diventano i veri motociclisti appassionati.
Godiamoci comunque il dato positivo che oggi ACI e Istat commentano così: “anche se i motociclisti si posizionano al secondo posto in graduatoria per rischio di mortalità e lesività (dietro le autovetture), il trend è in graduale e costante diminuzione a partire dal 2005. Tuttavia, nel confronto con il 2001 il miglioramento è più contenuto rispetto alla media generale nazionale: -42,8% per le due ruote contro -52,4% per gli utenti nel complesso”.
Venendo alle cause degli incidenti: distrazione (21,4%), velocità elevata (17,3%) e distanze di sicurezza non adeguate (13,4%) si confermano le prime cause di incidente sulle strade extraurbane. Da sole queste tre cause segnano il 43,9% dei casi d'incidente.
In città però è soprattutto la mancata osservanza di precedenze e semafori a causare sinistri (18,6%), seguita da distrazione (15,4%) e velocità (9,2%).
L'ACI: investire in prevenzione
“I dati dimostrano l’urgenza di garantire l’utilizzo di almeno il 50% dei proventi delle multe per favorire la mobilità e la sicurezza stradale soprattutto in ambito urbano – ha dichiarato il presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani – con attraversamenti pedonali moderni e visibili, percorsi ciclabili protetti, rotatorie efficaci a scongiurare i pericolosi urti laterali. Anche le sanzioni devono essere finalizzate alla prevenzione: gli autovelox nascosti sono inutili e i cartelli che ne annunciano la presenza poi non riscontrata dai conducenti sono addirittura dannosi. ACI presenterà una proposta legislativa sistemica già nella prossima Conferenza del Traffico e della Circolazione, in programma a Roma il 18 novembre”.
In chiusura, come ogni anno, non possiamo non notare come i dati definitivi degli incidenti non arrivino che con un anno di ritardo. E solo grazie all'impegno del Ministero dei Trasporti, a luglio, da un paio d'anni, riusciamo ad avere delle anticipazioni sugli andamenti. Siamo lontani dalla Spagna, dove ai primi di gennaio escono già i dati definitivi dell'anno appena concluso...
BULLET POINTS
- Nel 2014, in Italia si sono verificati 177.031 incidenti stradali con lesioni a persone, che hanno provocato la morte di 3.381 persone (entro il 30° giorno) e il ferimento di altre 251.147.
- Rispetto al 2013, il numero di incidenti scende del 2,5%, quello dei feriti del 2,7% mentre per il numero dei morti la flessione è molto contenuta: -0,6%.
- Nella UE28 le vittime di incidenti stradali nel 2014 sono state 25.896 (26.025 nel 2013). Nel confronto fra il 2014 e il 2010 i decessi si riducono del 18,0% a livello europeo e del 17,8% in Italia. Ogni milione di abitanti, nel 2014 ci sono stati 51 morti per incidente stradale nella Ue28 e 55,6 nel nostro Paese. Nella graduatoria europea l’Italia si colloca al 1 5° posto, dietro Regno Unito, Spagna, Germania e Francia.
- Per la prima volta - e in via sperimentale - è stato anche calcolato il numero dei feriti gravi in incidente stradale in Italia, secondo le indicazioni della Commissione europea. Nel 2014, sulla base dei dati di dimissione ospedaliera, i feriti gravi sono stati circa 15mila, contro i 13 mila del 2013 (+16%). Il numero di feriti gravi in incidente stradale per ogni decesso, invece, è pari a 4,4 (3,8 nel 2013).
- Sulle strade urbane italiane si sono verificati 133.598 incidenti, con 180.474 feriti e 1.505 vittime; sulle autostrade gli incidenti sono stati 9.148, con 15.290 feriti e 287 decessi. Sulle strade extraurbane, ad esclusione delle autostrade, gli incidenti ammontano a 34.285, i feriti a 55.383 e le vittime a 1.589.
- Gli incidenti più gravi avvengono sulle strade extraurbane (escluse le autostrade), dove si sono registrati 4,63 decessi ogni 100 incidenti. Le vittime sono state invece 113 ogni 100 incidenti sulle strade urbane e 3,14 sulle autostrade. Il numero dei morti diminuisce su autostrade e strade extraurbane (-10,6% e -3,8% sull’anno precedente), aumenta, invece, sulle strade urbane (+5,4%).
- Il venerdì è il giorno della settimana in cui si concentra il maggior numero di incidenti (27.201, pari al 15,4% del totale). La domenica avvengono, però, i sinistri più gravi (3,1 morti ogni 100 incidenti), seguita dal sabato (2,3). Nella fascia oraria notturna (tra le 22 e le 6 del mattino), l’indice è più elevato fuori città.
- Nel 2014 si sono registrati 1.491 decessi tra conducenti e passeggeri di autovetture, seguono motociclisti (704), pedoni (578), ciclisti (273), occupanti di mezzi pesanti (159), ciclomotori (112) e altre modalità di trasporto (64).
- L’indice di mortalità per i pedoni (morti ogni 100 incidenti) è ben quattro volte superiore rispetto a quello degli occupanti di autovetture (2,75 contro 0,67). Per i motociclisti e i ciclisti il valore dell’indice è, invece, più che doppio rispetto a quello degli automobilisti (1,69 e 1,41 ).
- Fra il 2010 e il 2014 le vittime della strada diminuiscono del 17,8%. Il trend discendente della mortalità prosegue anche nel 2014 come nella precedente decade, ma il ritmo della flessione è più tenue. Tuttavia, fra il 2001 e il 2014, gli incidenti stradali con lesioni a persone sono passati da 263.100 a 177.031 (-32,7%), le vittime della strada da 7.096 a 3.381 (-52,4%) e i feriti da 373.286 a 251 .1 47 (-32,7%). Il numero di morti per milione di abitanti (tasso di mortalità stradale) scende a 55,6 nel 2014 da 124,5 del 2001.
- Nel 2014, in Italia si sono verificati 177.031 incidenti stradali con lesioni a persone, che hanno provocato la morte di 3.381 persone (entro il 30° giorno) e il ferimento di altre 251.147.
- Rispetto al 2013, il numero di incidenti scende del 2,5%, quello dei feriti del 2,7% mentre per il numero dei morti la flessione è molto contenuta: -0,6%.
- Nella UE28 le vittime di incidenti stradali nel 2014 sono state 25.896 (26.025 nel 2013). Nel confronto fra il 2014 e il 2010 i decessi si riducono del 18,0% a livello europeo e del 17,8% in Italia. Ogni milione di abitanti, nel 2014 ci sono stati 51 morti per incidente stradale nella Ue28 e 55,6 nel nostro Paese. Nella graduatoria europea l’Italia si colloca al 1 5° posto, dietro Regno Unito, Spagna, Germania e Francia.
- Per la prima volta - e in via sperimentale - è stato anche calcolato il numero dei feriti gravi in incidente stradale in Italia, secondo le indicazioni della Commissione europea. Nel 2014, sulla base dei dati di dimissione ospedaliera, i feriti gravi sono stati circa 15mila, contro i 13 mila del 2013 (+16%). Il numero di feriti gravi in incidente stradale per ogni decesso, invece, è pari a 4,4 (3,8 nel 2013).
- Sulle strade urbane italiane si sono verificati 133.598 incidenti, con 180.474 feriti e 1.505 vittime; sulle autostrade gli incidenti sono stati 9.148, con 15.290 feriti e 287 decessi. Sulle strade extraurbane, ad esclusione delle autostrade, gli incidenti ammontano a 34.285, i feriti a 55.383 e le vittime a 1.589.
- Gli incidenti più gravi avvengono sulle strade extraurbane (escluse le autostrade), dove si sono registrati 4,63 decessi ogni 100 incidenti. Le vittime sono state invece 113 ogni 100 incidenti sulle strade urbane e 3,14 sulle autostrade. Il numero dei morti diminuisce su autostrade e strade extraurbane (-10,6% e -3,8% sull’anno precedente), aumenta, invece, sulle strade urbane (+5,4%).
- Il venerdì è il giorno della settimana in cui si concentra il maggior numero di incidenti (27.201, pari al 15,4% del totale). La domenica avvengono, però, i sinistri più gravi (3,1 morti ogni 100 incidenti), seguita dal sabato (2,3). Nella fascia oraria notturna (tra le 22 e le 6 del mattino), l’indice è più elevato fuori città.
- Nel 2014 si sono registrati 1.491 decessi tra conducenti e passeggeri di autovetture, seguono motociclisti (704), pedoni (578), ciclisti (273), occupanti di mezzi pesanti (159), ciclomotori (112) e altre modalità di trasporto (64).
- L’indice di mortalità per i pedoni (morti ogni 100 incidenti) è ben quattro volte superiore rispetto a quello degli occupanti di autovetture (2,75 contro 0,67). Per i motociclisti e i ciclisti il valore dell’indice è, invece, più che doppio rispetto a quello degli automobilisti (1,69 e 1,41 ).
- Fra il 2010 e il 2014 le vittime della strada diminuiscono del 17,8%. Il trend discendente della mortalità prosegue anche nel 2014 come nella precedente decade, ma il ritmo della flessione è più tenue. Tuttavia, fra il 2001 e il 2014, gli incidenti stradali con lesioni a persone sono passati da 263.100 a 177.031 (-32,7%), le vittime della strada da 7.096 a 3.381 (-52,4%) e i feriti da 373.286 a 251 .1 47 (-32,7%). Il numero di morti per milione di abitanti (tasso di mortalità stradale) scende a 55,6 nel 2014 da 124,5 del 2001.