Attualità
Dateci il nuovo Codice della Strada!
Dopo i proclami degli ultimi anni, nessuno parla più del Codice della Strada. Peccato, sarebbe un'occasione per ridurre ulteriormente gli incidenti stradali. E i costi connessi, come ricordano i costruttori di moto
Vi ricordate quando due anni fa ci dicevano che presto avremmo avuto il nuovo Codice della Strada? Titoli di giornali e telegiornali ogni volta che il politico di turno ne parlava. Eppure oggi di questa importante riforma si sono perse le tracce.
Ce lo ricorda l'ANCMA, l'Associazione dei costruttori di moto, che ribadisce come il Codice sia fermo da mesi ai Lavori Pubblici del Senato, dopo che la Commissione Bilancio lo aveva stoppato per la presunta assenza di copertura economica del pacchetto relativo agli utenti deboli.
Ce lo ricorda l'ANCMA, l'Associazione dei costruttori di moto, che ribadisce come il Codice sia fermo da mesi ai Lavori Pubblici del Senato, dopo che la Commissione Bilancio lo aveva stoppato per la presunta assenza di copertura economica del pacchetto relativo agli utenti deboli.
Sarebbe importante che questa riforma arrivasse quanto prima a compimento, visto che conterrebbe anche misure legislative per sbloccare la messa in sicurezza delle infrastrutture stradali.
Un tema importante, torna a ribadire l'ANCMA, visto che in Italia proprio le infrastrutture inadeguate sarebbero concausa nel 25% dei nostri incidenti. Un dato quest'ultimo risalente all'epoca del MAIDS (2004), che probabilmente con una ricerca attualizzata potrebbe salire ulteriormente, visto che le condizioni delle nostre strade sono in continuo peggioramento.
Insomma, mettere mano alle infrastrutture stradali potrebbe essere un investimento produttivo, perché comporterebbe una riduzione del costo sociale degli incidenti.
Intanto i costruttori di moto riprendono in mano i dati ACI-ISTAT sugli incidenti del 2013, gli ultimi disponibili, per ristabilire un po' di verità. “Complessivamente nel 2013 si registra una contrazione dell’11,7% delle vittime di incidenti su veicoli a due ruote (ciclomotori e moto) rispetto al 2012. Negli ultimi 5 anni il numero di vittime su veicoli a 2 ruote è diminuito del 37,9%, facendo registrare un trend migliore anche rispetto a quello delle auto, che si sono 'fermate' a -26%; nell’ultimo decennio il calo è stato addirittura del 45,4%”.
Un tema importante, torna a ribadire l'ANCMA, visto che in Italia proprio le infrastrutture inadeguate sarebbero concausa nel 25% dei nostri incidenti. Un dato quest'ultimo risalente all'epoca del MAIDS (2004), che probabilmente con una ricerca attualizzata potrebbe salire ulteriormente, visto che le condizioni delle nostre strade sono in continuo peggioramento.
Insomma, mettere mano alle infrastrutture stradali potrebbe essere un investimento produttivo, perché comporterebbe una riduzione del costo sociale degli incidenti.
Intanto i costruttori di moto riprendono in mano i dati ACI-ISTAT sugli incidenti del 2013, gli ultimi disponibili, per ristabilire un po' di verità. “Complessivamente nel 2013 si registra una contrazione dell’11,7% delle vittime di incidenti su veicoli a due ruote (ciclomotori e moto) rispetto al 2012. Negli ultimi 5 anni il numero di vittime su veicoli a 2 ruote è diminuito del 37,9%, facendo registrare un trend migliore anche rispetto a quello delle auto, che si sono 'fermate' a -26%; nell’ultimo decennio il calo è stato addirittura del 45,4%”.