Attualità
Mercato moto: Europa a due velocità
L'analisi dei dati del mercato di mezzi a due ruote per i primi 10 mesi dell'anno dipinge un continente spaccato. Da una parte Italia e Francia in pareggio, dall'altra la Spagna e i paesi del Nord in netta crescita
1.050.780*. È il totale dei mezzi a due ruote venduti in Europa nei primi 10 mesi dell'anno, da gennaio a ottobre, fra moto e ciclomotori.
Rispetto allo stesso periodo del 2013 c'è una leggera crescita: +1,26%. Poca roba rispetto al +10,3% segnato a marzo, ma quello probabilmente era un numero drogato dall'immatricolazione da parte di case e concessionari di mezzi destinati ai test ride dei clienti.
Piuttosto, una lettura attenta delle statistiche nazionali dimostra come anche il settore delle due ruote rispecchi le problematiche economiche di alcuni paesi.
Francia e Italia in particolare, che rappresentano i due più grandi mercati motociclistici del continente, con i 224.181 pezzi della Francia e i 172.053 dell'Italia. Entrambi perdono quote: rispettivamente -1,3% e -1,1%.
Poi ci sono i paesi in risalita, vale a dire un po' tutto il nord Europa e, soprattutto, la Spagna! La Penisola Iberica, 4° mercato UE con i suoi 109.886 pezzi, fa un +16,2%. Ed è dall'inizio dell'anno che macina percentuali di crescita elevate: una vera rinascita dopo il disastro degli anni scorsi.
Bene vanno anche il Regno Unito, 91.658 pezzi, con una crescita del 10,2%; e la Germania, che resta saldamente il terzo mercato europeo con 166.793 pezzi e un +2,9%.
L'analisi racconta anche che i ciclomotori rappresentano ancora un terzo del mercato di mezzi a due ruote (311.630 pezzi); ma sono ovunque in forte calo, anche nei paesi tradizionalmente forti, come Francia o Germania.
Il totale dei 50 cc segna infatti un -9,8%, che a livello nazionale diviene un -8,3% per la Francia, -14,4% per la Germania, -15,8% per l'Italia, -5,2% per la Spagna (calano anche qui) e -1,9% per il Regno Unito.
Tutt'altro discorso per il targato, che segna +6,8% con i suoi 739.150 pezzi. E a livello nazionale tocca il record con il +19,8% della Spagna. Bene anche Regno Unito (+11,8%) e Germania (+8,1%). Si difendono Francia (+3,7%) e Italia (+2,1%).
C'è dunque un po' di ottimismo per l'Europa delle due ruote, anche se, lo ricordiamo, il nostro è un mercato quasi insignificante rispetto al resto del mondo. Contro il milione di pezzi segnato nel “Vecchio Continente” in 10 mesi, nel mondo siamo ben oltre i 40 milioni. Un fatto quest'ultimo sul quale aveva lanciato l'allarme a inizio anno la stessa associazione europea dei costruttori di moto.
Ma l'Italia rallenta**
Meno ottimismo regna invece nel nostro paese, uno dei sorvegliati speciali nell'Unione Europea. I dati di novembre, ancora non contemplati nell'analisi internazionale che vi abbiamo presentato, dipingono infatti un ulteriore peggioramento del quadro.
Nei primi undici mesi del 2014 le vendite del comparto due ruote sono scese ancora, a quota -1,7%. A frenare la statistica italiana sono i ciclomotori, che fanno un -15,7%, che si contrappone al +1,2% del targato.
Provando a vedere il bicchiere mezzo pieno, dobbiamo dire che questo non significa che vadano altrettanto male le nostre industrie (che significano posti di lavoro). Salgono infatti le quote di veicoli di maggiore cilindrata, quelli che garantiscono una redditività superiore al costruttore. Senza contare le esportazioni nei paesi dove si vende meglio.
*La fonte dei dati utilizzati per il confronto europeo è l'Associazione Europea dei costruttori di moto (ACEM)
** La fonte dei dati nazionali di novembre è Confindustria ANCMA, l'Associazione dei Costruttori Italiani di Moto
Piuttosto, una lettura attenta delle statistiche nazionali dimostra come anche il settore delle due ruote rispecchi le problematiche economiche di alcuni paesi.
Francia e Italia in particolare, che rappresentano i due più grandi mercati motociclistici del continente, con i 224.181 pezzi della Francia e i 172.053 dell'Italia. Entrambi perdono quote: rispettivamente -1,3% e -1,1%.
Poi ci sono i paesi in risalita, vale a dire un po' tutto il nord Europa e, soprattutto, la Spagna! La Penisola Iberica, 4° mercato UE con i suoi 109.886 pezzi, fa un +16,2%. Ed è dall'inizio dell'anno che macina percentuali di crescita elevate: una vera rinascita dopo il disastro degli anni scorsi.
Bene vanno anche il Regno Unito, 91.658 pezzi, con una crescita del 10,2%; e la Germania, che resta saldamente il terzo mercato europeo con 166.793 pezzi e un +2,9%.
L'analisi racconta anche che i ciclomotori rappresentano ancora un terzo del mercato di mezzi a due ruote (311.630 pezzi); ma sono ovunque in forte calo, anche nei paesi tradizionalmente forti, come Francia o Germania.
Il totale dei 50 cc segna infatti un -9,8%, che a livello nazionale diviene un -8,3% per la Francia, -14,4% per la Germania, -15,8% per l'Italia, -5,2% per la Spagna (calano anche qui) e -1,9% per il Regno Unito.
Tutt'altro discorso per il targato, che segna +6,8% con i suoi 739.150 pezzi. E a livello nazionale tocca il record con il +19,8% della Spagna. Bene anche Regno Unito (+11,8%) e Germania (+8,1%). Si difendono Francia (+3,7%) e Italia (+2,1%).
C'è dunque un po' di ottimismo per l'Europa delle due ruote, anche se, lo ricordiamo, il nostro è un mercato quasi insignificante rispetto al resto del mondo. Contro il milione di pezzi segnato nel “Vecchio Continente” in 10 mesi, nel mondo siamo ben oltre i 40 milioni. Un fatto quest'ultimo sul quale aveva lanciato l'allarme a inizio anno la stessa associazione europea dei costruttori di moto.
Ma l'Italia rallenta**
Meno ottimismo regna invece nel nostro paese, uno dei sorvegliati speciali nell'Unione Europea. I dati di novembre, ancora non contemplati nell'analisi internazionale che vi abbiamo presentato, dipingono infatti un ulteriore peggioramento del quadro.
Nei primi undici mesi del 2014 le vendite del comparto due ruote sono scese ancora, a quota -1,7%. A frenare la statistica italiana sono i ciclomotori, che fanno un -15,7%, che si contrappone al +1,2% del targato.
Provando a vedere il bicchiere mezzo pieno, dobbiamo dire che questo non significa che vadano altrettanto male le nostre industrie (che significano posti di lavoro). Salgono infatti le quote di veicoli di maggiore cilindrata, quelli che garantiscono una redditività superiore al costruttore. Senza contare le esportazioni nei paesi dove si vende meglio.
*La fonte dei dati utilizzati per il confronto europeo è l'Associazione Europea dei costruttori di moto (ACEM)
** La fonte dei dati nazionali di novembre è Confindustria ANCMA, l'Associazione dei Costruttori Italiani di Moto